In seguito al “no” del Tribunale del Riesame che ha così deciso per la non carcerazione dei due indagati per la morte di Maria Ungureanu, la procura di Benevento non si è arresa presentando così ricorso in Cassazione. Stando a quanto reso noto dal quotidiano Il Quaderno, il prossimo 27 ottobre si discuterà il ricorso presso la Prima Sezione Penale della Corte di Cassazione. Il no del Riesame arriva dopo le due precedenti bocciature da parte del gip a luglio e dicembre 2016. Nelle due occasioni, il giudice Flavio Cusani aveva rigettato le istanze a carico di Daniel Ciocan e Cristina, i due fratelli accusati dell’omicidio e della violenza lui e di concorso in omicidio lei. La morte di Maria Ungureanu, infatti, a distanza di un anno ancora non trova risposte anche in seguito a quelle che per il gip e poi per il Riesame sono apparse istanze caratterizzate da elementi inconsistenti a carico dei due indagati. Nel respingere l’appello del pm, il Riesame aveva scritto: “La gravità dei fatti e la pena per la sorte della povera vittima non giustificano peraltro scorciatoie, né una meno rigorosa valutazione della prova”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
MARIA UNGUREANU, UNA RAGAZZA POTREBBE CONOSCERE LA VERITÀ
IL PARERE DI ROBERTA BRUZZONE
Cosa accadde a Maria Ungureanu il giorno prima della sua morte? Quello della piccola rumena trovata senza vita nella piscina di un resort a San Salvatore Telesino, dove viveva da alcuni anni con la sua famiglia, è un giallo ad oggi irrisolto. Secondo la criminologa Roberta Bruzzone, però, la chiave potrebbe essere rappresentata dalla testimonianza di una minorenne finora mai realmente approfondita. È quanto emerso dalle parole dell’esperta sull’ultimo numero del settimanale Giallo, nel quale è stato riservato ampio spazio al caso della piccola Maria, secondo gli inquirenti violentata e uccisa da Daniel Ciocan, indagato a piede libero insieme alla sorella Cristina (quest’ultima accusata di concorso in omicidio). La difesa del giovane, anche lui di origine rumena e amico di famiglia della vittima, tuttavia, ritiene il proprio assistito del tutto estraneo alla vicenda, la quale potrebbe addirittura non essere compatibile con la tesi dell’omicidio, bensì dell’incidente fatale. Intanto, l’attenzione potrebbe ora concentrarsi proprio sulla testimonianza dell’amica di Maria Ungureanu e che il prossimo novembre compirà 18 anni.
IL RACCONTO DELL’AMICA
Una testimonianza ritenuta importante potrebbe finalmente fare chiarezza sul giallo di Maria Ungureanu. L’amica quasi maggiorenne alla quale la piccola era molto legata, conosceva bene anche Daniel Ciocan. Secondo il racconto della criminologa Roberta Bruzzone, il giorno precedente all’omicidio la ragazzina ha incontrato Maria. “La bimba era sporca di terra e dolorante”, ha spiegato l’esperta rivelando come la ragazzina abbia preferito tacere con la madre presente in casa e senza farsi scoprire portò Maria al piano superiore dove la ripulì frettolosamente. “Questo comportamento ci lascia perplessi”, ha commentato la Bruzzone che pone l’accento proprio sulla posizione della minorenne, già sentita il 22 giugno dello scorso anno, a distanza di due giorni dalla morte della piccola amica. Ora potrebbe essere nuovamente riascoltata in quanto, secondo quanto trapelato di recente, l’intento degli inquirenti è quello di risentire alcuni testimoni già ascoltati dopo il delitto.
DUBBI SULLA TESTIMONIANZA DELLA MINORENNE
Nei giorni successivi alla morte di Maria Ungureanu, anche l’amica minorenne aveva reso la sua testimonianza ed in quell’occasione aveva raccontato qualcosa di particolare. Il pomeriggio precedente, ha raccontato di aver visto Maria nei pressi della piazza del paese. “Era molto sudata, indossava una maglia rossa, un paio di fuseaux di colore celeste e bianco a righe orizzontali fino alle ginocchia. Nell’occasione notavo che sul pantalone aveva un evidente buco all’altezza della coscia”, riferiva la ragazzina. Agli inquirenti aggiunse che anche le braccia e le gambe, così come il volto, erano sporchi di terra. Maria fu ripulita dall’amica lamentando contemporaneamente un dolore alla pancia. Questa testimonianza, secondo la criminologa Roberta Bruzzone, consulente nel caso e l’avvocato Fabrizio Gallo, difensore della famiglia Ungureanu, andrebbe analizzata con attenzione proprio perché grazie ai ricordi della giovane si potrebbe finalmente giungere alla verità sulla morte di Maria. Il fatto che l’amica l’avesse lavata di nascosto, secondo l’esperta, evidenzierebbe il fatto che la stessa bimba avesse un segreto con i suoi genitori. Forse la piccola aveva confidato all’amica le violenze subite da Daniel?