Cosa vuol dire amare un figlio, è qualcosa che riguarda il mistero personale di ogni persona, di ogni madre. Non bastano i libri che spiegano per filo e per segno cosa vuol dire, cosa fare o non fare, non basta l’affetto dei parenti o di qualche esperto, fosse anche un sacerdote, per accendere qualcosa che non si sente. Sembra scontato che una donna, avuta notizia di essere in gravidanza, scoppi di gioia, invece non lo è. Non stiamo parlando di aborti, anche perché, anche questo viene dato per scontato, non è vero che tutte coloro che abortiscono lo fanno a cuor leggero, anzi. E’ un trauma che queste donne si portano dietro per il resto della vita, una sconfitta. Così può succedere che una donna il figlio non lo abortisca, ma di non essere per niente contenta di metterlo al mondo. “Caro Joseph, vorrei dirti che mi sono innamorata di te nel momento in cui ho scoperto di essere incinta, ma non è vero. Vorrei dirti che ti ho amato dal momento in cui ho visto il tuo volto, i tuoi capelli scuri e quella macchiolina sul naso, ma non l’ho fatto. Ti desideravo con tutto il cuore, eppure non ti ho amato con tutta me stessa e non so perché”.
Così scrive Tina Medlock, una donna inglese di 43 anni. Un bambino il fatto di non essere amato dalla madre lo percepisce sin da quando è nelle sue viscere, è il trauma più distruttivo che possa esserci. Non bastasse questo, poco dopo la nascita la donna ha avuto la notizia che il figlio soffriva di autismo: “Il giorno in cui ti è stato diagnosticato l’autismo, ho pianto per quella che è sembrata un’eternità. Non riuscivo a immaginare come sarebbe stata la nostra vita. Ero sopraffatta dal dolore per quel bambino che sentivo di non aver mai avuto il permesso di avere. Dal dolore per quell’infanzia che credevo non avresti avuto e tremavo dalla paura per ciò che ti avrebbe portato l’età adulta. Sembrava come se ti fosse stata preclusa l’opportunità di amare, vivere e imparare e io mi sentivo completamente responsabile”.
E invece proprio questa malattia cambia tutto, anche l’iniziale rifiuto di avere un figlio: “La tua personalità brilla nonostante il tuo autismo e la tua capacità di amare e di far sorridere le persone mi rende orgogliosa”. La realtà si impone sempre e strappa via quel velo nero che copre il cuore anche di una mamma, se questa mamma si lascia colpire dalla realtà. Cambia quel cuore. Chissà se sarebbe successo se il bambino non fosse risultato colpito dall’autismo: “La verità, Joseph, è che mi ci è voluto un po’ per innamorarmi di te e dopo tutto quello che hai dovuto affrontare in età così giovane, ho sentito il bisogno di proteggerti e di amarti in un modo che non avrei mai immaginato”. Pubblicata sul sito “Love what matters” la lettera si conclude così: “Mi dispiace non averti amato dal primo momento in cui ho visto il suo viso ma, giorno dopo giorno, il mio amore per te è cresciuto e ora non ti amo solamente, ma ti adoro con ogni centimetro del mio cuore”. Diffidate di chi vi dice che amare è una cosa naturale, che chi non ama è cattivo: l’amore si conquista giorno dopo giorno, solo quando ci si lascia stupire dalla realtà.