E’ un bilancio davvero drammatico quello che emerge in seguito all’ennesimo attacco terroristico in Afghanistan dove a finire nel mirino dell’Isis è stato “un centro culturale Tabayan, dove si stava svolgendo una cerimonia per ricordare il 38mo anniversario dell’invasione sovietica dell’Afghanistan”, come spiegato da un portavoce del viceministro degli Interni, Nasrat Rahimi. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Ansa, si parla attualmente di almeno 41 morti e 84 feriti, numero che potrebbe essere destinato ad ampliarsi con il passare delle ore. Ad intervenire dopo l’attacco a Kabul che ha visto tra le vittime anche molti giornalisti, è stato anche un portavoce dell’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini la quale ha definito l’attentato “chiaramente anche un attacco contro la libertà d’espressione e la democrazia in Afghanistan”. La Mogherini ha poi ribadito come l’Unione europea “continuerà a stare al fianco delle autorità e del popolo afghano nella lotta contro il terrorismo e a sostenere i loro sforzi per costruire un futuro pacifico e prospero per tutti”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
ISIS RIVENDICA ATTENTATO
E alla fine l’Isis ha rivendicato: l’attentato che ne ricordava da molto vicino modi, obiettivi ed effetti ora vede la conferma del comunicato su agenzia Amaq, molto vicino a Daesh. La conferma arriva poi anche dal ministro degli Interni che ha ufficializzato anche il bilancio del terribile attacco kamikaze nel centro culturale e religioso sciita: 41 morti, 84 feriti e l’edificio che ospitava il Tabian Media Center e l’agenzia di stampa Sadai Afghan completamente distrutto. Donne e bambini tra le vittime, con scene di terrore appena dopo le tre esplosioni avvenute questa mattina: «Eravamo nella sala, in seconda fila, quando l’esplosione è avvenuta alle nostre spalle. Dopo, fuoco e fumo nella stanza. Era il caos, tutti urlavano e piangevano, la gente andava nel panico, tutti chiedevano aiuto», ha raccontato Mohammad Hasan Rezayee, uno studente che si trovava all’interno dell’agenzia di stampa per una riunione con altri giovani per ricordare il 38mo anniversario dell’invasione sovietica del 1979. Una violenza continua nel Paese e una violenza continua contro i media che provano a raccontare e denunciare le opposte faide di potere in Afghanistan. Con l’Isis che si fa ancora temibile con attacchi mirati pur avendo pochi “mezzi” a disposizione rispetto agli scorsi anni.
COLPITO CENTRO RELIGIOSO E AGENZIA DI STAMPA
Al momento non ci sono rivendicazioni, ma intanto l’attentato kamikaze avvenuto stamane in Afghanistan nella capitale Kabul sta alzando ogni minuto che passa il bilancio delle vittime. Una tragedia, anzi una strage visto l’intento omicida del/dei terroristi entrati in azione in un edificio dove si trovava un’agenzia di stampa famosa nel Paese mediorientale, una scuola islamica e una organizzazione culturale gestita dagli sciiti. Sono almeno 40 le persone morte e più di 30 altri feriti in maniera grave: un kamikaze suicida che si è fatto esplodere all’interno del Tabian Media Center con il bilancio delle vittime che vede solo civili e innocenti coinvolti: il portavoce del ministero dell’Interno, Nasrat Rahimi, ha inoltre riferito che dopo l’attacco suicida ci sono state altre due esplosioni. Secondo le prime testimonianze, gli uffici dell’agenzia di stampa Sadai Afghan (Voce afgana) era il probabile bersaglio dell’attentato: nei locali era infatti in corso una riunione di studenti, come ha spiegato il direttore dell’agenzia Sayed Hasan Hussaini. Come spiega Repubblica su fonti internazionali, «Uno dei suoi reporter si è recato all’ospedale dove sono stati trasportati i feriti e ha riferito che le famiglie sono sotto shock e stanno cercando i corpi dei loro parenti».
IL DURO ATTACCO DEL PRESIDENTE AFGANO
Al momento l’Isis non ha rivendicato, neanche Al Qaeda e i talebani afghani hanno escluso qualsiasi loro coinvolgimento nell’attacco all’edificio di Kabul dove tra scuola islamica e agenzia di stampa rivolta ai giovani gli obiettivi dell’attentato potevano essere molteplici. Intanto, è già arrivata la durissima reazione del presidente afgano Ashraf Ghani: «è un crimine contro l’umanità, Con l’attacco odierno, e con quelli contro moschee e centri culturali, i terroristi commettono crimini contro l’umanità, con atti che sono contro tutti i principi islamici ed umanitari». I giornalisti e media in Afghanistan sono da tempo sotto il mirino degli attentati e del terrorismo islamista: se ricordate, già a novembre scorso la tv Shamshad TV venne duramente attaccata con due morti e più di 20 feriti. In quel caso fu l’Isis a rivendicare, esattamente come per l’attentato di lunedì all’agenzia di spionaggio della Direzione nazionale della sicurezza, confermato di “marca” Daesh dopo il comunicato della agenzia pro-Isis Amaq. Ora questo nuova pagina di sangue in piena Kabul e contro giovani innocenti: su questo ha ragione il presidente, è un ennesimo crimine contro l’umanità.
#Afghanistan, almeno 40 morti e 30 feriti nell’attacco portato oggi a #Kabul da un kamikaze alla sede del Tabian Media Center, all’interno del quale si trovano gli uffici dell’agenzia di stampa “Sadai Afghan” (Voce Afghana).
pic.twitter.com/nTyAfzcMd9— Asiablog.it (@Asiablog_it) 28 dicembre 2017