“Il Giorno” di oggi dedica un lungo servizio sul caso della professoressa arrestata settimana scorsa dopo essere stata beccata ad aver avuti diversi rapporti sessuali con un suo studente 13enne: nell’interrogatorio davanti al gip, la docente 40enne confessa tutto il suo amore per quel ragazzino – come riferito nel momento dell’arresto – ma inizia ad ammettere come quella relazione era potenzialmente devastante e pericolosa per entrambi. Il caso di Bergamo sconvolse mezza Italia con la donna fermata dagli inquirenti che aveva spiegato subito come il rapporto con il minorenne fosse consenziente, tanto che lei era innamorata del ragazzo. Dopo una denuncia da parte di ignoti, i carabinieri hanno iniziato a pedinare i due, scoprendo che la coppia si appartava nella macchina di lei. Inoltre, sono state tenute sotto controllo anche le comunicazioni, che fugano ogni dubbio circa la relazione consenziente. Ora però la confessione ufficiale davanti ai giudici della donna, Marina Cavallari: «Mi ero innamorata del ragazzo, ho perso la testa e ho sbagliato, anche perché sono in un momento assai difficile della mia vita, visto che mi sto separando da mio marito (l’insegnante ha due figli piccoli, ndr). A un certo punto ho detto allo studente che stavamo sbagliando tutto, che era meglio smettere di vederci. Ma lui non ne ha voluto sapere, ha insistito e io non sono stata capace di troncare la relazione. Solo adesso mi rendo conto della gravità dei fatti che mi vengono contestati».
LA CONFESSIONE E LA “SOFFIATA”
In lacrime davanti ai giudici, racconta “Il Giorno”, con più interruzioni proprio per sedare le crisi di pianto dell’insegnante che rischia fino a 10 anni di carcere (ora è agli arresti domiciliari). L’avvocato Giannì ha chiesto al gip la revoca degli arresti in attesa del processo, ma il giudice si è riservato la decisione dopo aver sentito il parere del pm titolare dell’inchiesta, Davide Palmieri, della Procura di Bergamo. Intanto, dopo la confessione, emergono anche alcuni dettagli circa la “soffiata” della denuncia giunta settimane fa: non è arrivata dalla scuola, dove nessuno si era accorto di quello che stava accadendo, la chiamata anonima circa il flirt tra i due. I parenti del ragazzo, o della insegnante, come qualche amico/compagno del 13enne: le ipotesi sono tutte aperte sul tavolo degli inquirenti, in attesa dei prossimi importanti sviluppi.