La memoria di San Bernardo da Corleone si celebra il giorno 12 gennaio, che è quello in cui morì, a soli 62 anni, sei giorni dopo la Santa Epifania. Come spesso accade per i santi, infatti, è il giorno della morte quello da tenere a mente, in quanto momento della vera nascita in Cristo e dell’assunzione nell’alto dei cieli. Questo santo poi, un umile frate laico, ha delle caratteristiche molto particolari che rendono la devozione nei suoi confronti molto sentita e viva soprattutto nei luoghi in cui visse ed operò, in Sicilia.
Il calendario liturgico lo ricorda come San Bernardo da Corleone, poiché questo è il paese in cui egli nacque a questo mondo nel 1605, epoca in cui l’Italia meridionale era sotto il giogo spagnolo. La città di Corleone oggi è purtroppo più spesso associata a ben altro, alla malavita e alla mafia. Forse per questo Dio ha voluto far nascere qui uno dei suoi santi più devoti, come contraltare ad un male che non può vincere perennemente sul bene.
Al secolo, San Bernardo si chiamava Filippo Latino ed era il figlio di un umile ciabattino. La sua casa però era molto conosciuta da tutti, perché il papà di San Bernardo era un uomo dal cuore buono, e così crebbe i suoi figli nel timor di Dio e soprattutto nell’aiuto al prossimo. Nella casa di San Bernardo c’era sempre la porta aperta per tutti, specie per i più poveri e i più bisognosi. Anche San Bernardo seguiva gli insegnamenti paterni, ma era molto giovane all’epoca, ed era quello che oggi definiremmo una testa calda. Aveva una grande abilità con la spada, cosa non molto ben vista dai suoi genitori, ma di buono c’era che la sua lama era sempre al servizio degli oppressi, specie contro l’invasore spagnolo. San Bernardo venne definito la prima spada di Sicilia per la sua maestria, tanto che un giorno venne qualcuno a sfidarlo per sottrargli il primato. Si trattava di Vito Canino, un sicario venuto da Palermo. Canino ebbe la peggio, tanto da restare invalido a vita. Questo episodio però mutò per sempre la vita di San Bernardo, portandolo a percorrere con più decisione le strade di Cristo. San Bernardo aveva solo 21 anni, e si trovò sconvolto dalla sua azione: chiese così rifugio nel convento dei frati Cappuccini e lì iniziò una vita di privazioni e mortificazioni che lo avrebbe condotto alla santità.
All’inizio i confratelli si facevano beffe del novizio e lo maltrattavano; ma lui, combattendo contro il suo carattere focoso, rispondeva con il silenzio e la pazienza. Dedicava le sue giornate ai servizi più umili, poiché non sapeva leggere. Ad un certo punto ne ebbe anche il desiderio, ma si racconta che gli apparve Nostro Signore che gli disse che nei libri non c’era nulla che non potesse apprendere dalle sue Sante Piaghe. Da Corleone San Bernardo fu trasferito varie volte fino ad arrivare al convento di Palermo, dove morì nel 1667. Il Santo non fece gesti eclatanti, non compì alcuna impresa eccezionale se non quella di continuare per la sua intera esistenza ad aiutare il prossimo e ad essere umile e remissivo come non era mai stato.
La sua fama si sparse mentre era ancora in vita: si dice che ricevesse spesso la visita del Demonio, che gli appariva sotto forma di mostruose bestie che lo bastonavano con tale violenza che i colpi si potevano sentire per tutto il convento. Ma San Bernardo non si faceva piegare, sottoponendosi egli stesso a supplizi e penitenze per avvicinarsi alla sofferenza di Cristo. Vegliava costantemente il tabernacolo, e fu lì che si sentì male e poi, in capo a pochi giorni, morì. Si dice che i suoi confratelli dovettero rivestirlo per nove volte prima della sepoltura, perché i fedeli strappavano via brandelli della sua tonaca convinti com’erano che fosse miracolosa.
Il processo di canonizzazione fu rallentato dal fatto che negli anni successivi molta della documentazione relativa al Santo andò perduta; egli fu canonizzato solo nel 2001. Oggi è di ispirazione soprattutto ai giovani della sua terra per infondere loro il coraggio di combattere il maligno in qualunque forma esso si presenti. Si dice che alla figura di San Bernardo da Corleone si sia ispirato Alessandro Manzoni per quella del suo fra Cristoforo nel romanzo I Promessi Sposi.
Il giorno 12 gennaio si celebra anche la memoria di Sant’Antonio Maria Pucci e Santa Taziana di Roma.