Quando la notizia si è diffusa erano in pochi a credere che Raffaele Sollecito, il giovane arrestato insieme ad Amanda Knox e condannato a 25 anni per l’omicidio di Meredith Kercher a Perugia -assolto nel 2015 dalla Cassazione – avesse davvero riservato una dedica particolare nel suo libro a Massimo Bossetti. La conferma, però, è arrivata direttamente da lui che, come riporta Corriere.it, via chat ha dichiarato senza remore:”Sì, ho fatto una dedica a Massimo Bossetti su una copia del mio libro”.
Ad aggiungere altri dettagli sulla vicenda è stato Claudio Salvagni, legale del muratore di Mapello condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio. L’avvocato ha spiegato che tutto è avvenuto ad aprile in quel di Todi, dove lui si trovava per un convegno:”Era presente anche il dottor Raffaele Sollecito. Al termine del convegno ho acquistato due copie del suo libro (Un passo fuori dalla notte, ndr). Una per me e una per Massimo. Abbiamo chiacchierato, gli ho detto per chi era la seconda copia, allora lui ha voluto scrivergli la dedica”. Sul contenuto Salvagni non ha voluto svelare alcun dettaglio, ma il sospetto che Sollecito abbia parlato a Bossetti da pari a pari in quanto vittima di errore giudiziario è più che fondato.
Ricevere la dedica di Raffaele Sollecito deve aver fatto certamente piacere a Massimo Bossetti, che nel frattempo è in attesa della prima udienza dell’Appello alla sentenza di secondo grado che ha confermato l’ergastolo per l’omicidio della piccola Yara Gambirasio. Un’Appello, quello che avrà inizio il prossimo 30 giugno, che verterà soprattutto sulle motivazioni della sentenza. L’avvocato Salvagni dovrà in un certo senso convincere i giudici della Corte d’Assise d’appello di Brescia, presieduta da Enrico Fischetti, che le motivazioni addotte dall’accusa non sono convincenti.
La partita, come sempre in questi ultimi anni, si giocherà soprattutto sul Dna ritrovato sui leggins e sugli slip della vittima. Salvagni, però, intercettato da Il Corriere della Sera, si mostra fiducioso e annuncia novità spiegando che i motivi aggiunti dell’appello “da un lato serviranno per spiegare meglio il ricorso e dall’altro per aggiungere qualcosa”. Il legale precisa che “sì, ci saranno ulteriori richieste. Una, una novità, è molto interessante”. Nel frattempo il sostituto procuratore generale non è stato ancora nominato ufficialmente. Nessuna norma vieta al pm del primo grado di sostenere l’accusa anche in Appello, e anzi nei processi più complicati è una prassi ben radicata. Per ora, però, non ci sono indizi che a sostenere l’accusa a Brescia sia di nuovo il pm Letizia Ruggeri.