Fanno impressione le immagini delle telecamere di videosorveglianza della stazione ferroviaria di Acireale, dove si è consumata l’aggressione ai danni di Giovanni Leonardi, tassista abusivo conosciuto in città come “Maciste”, morto per infarto dopo essere stato picchiato a calci e pugni dal 26enne russo Nikita Gromokov. Una ferocia animalesca, quella immortalata dalle riprese dettata, secondo la ricostruzione de La Repubblica, da quanto era avvenuto pochi giorni prima. Nikita, in compagnia della sua fidanzata italiana e di un’amica polacca, il 6 giugno scorso erano arrivati ad Acireale per sostenere un colloquio di lavoro. Per spostarsi avevano utilizzato proprio il taxi di Giovanni Leonardi, ma dopo un po’ si erano accorti che la ragazza italiana aveva smarrito il portafogli contenente 500 euro. Vane le ricerche, dei soldi nessuna traccia. A questo punto i ragazzi devono essersi convinti che a sottrarre quei soldi sia stato proprio il tassista: da qui la resa dei conti. Nikita che rintraccia Leonardi alla stazione, si avvicina minacciosamente e Giovanni lo allontana spintonandolo. Ne viene fuori una rissa selvaggia, e tra calci e pugni è il più giovane e meglio piazzato ad avere la meglio. Lasciato per terra, il tassista riesce a trascinarsi fino all’automobile e a raggiungere la casa materna dove inizia ad accusare i primi malanni. Da qui il trasporto in ospedale ad Acireale e il sopraggiungere dell’infarto che gli costerà la vita.
Non c’è voluto molto prima che i carabinieri di Acireale riuscissero a rintracciare Nikita Gromokov, l’energumeno russo che ha picchiato a sangue il tassista 61enne Giovanni Leonardi nel parcheggio della stazione ferroviaria di Acireale. Il giovane riconosciuto dai passanti terrorizzati per la ferocia dell’aggressione, subito dopo era salito su un treno diretto a Messina insieme alla fidanzata italiana e ad un’amica. Da lì si era spostato a Milazzo, dov’era residente e dov’è stato fermato dai carabinieri che lo hanno successivamente tradotto in carcere. Come riferisce La Repubblica, Nikita resta in carcere con l’accusa di omicidio preterintenzionale aggravato. Adesso sarà la perizia medico-legale, fissata per lunedì, a dover stabilire se tra l’aggressione avvenuta in mattinata e l’infarto mortale sopraggiunto nel primo pomeriggio vi sia un nesso di casualità.