Si torna a parlare dell’oscuro servizio delle Iene sulla storia di Giada, nome di fantasia, che sarebbe stata sottoposta alle cure spirituali di un prete, Don Michele Barone, in un paesino del Casertano. Con un lungo comunicato diffuso congiunto dalla famiglia della ragazzina e dello stesso parroco di Casapenna, Le Iene Show vengono querelate per tutto quanto descritto e mostrato nel servizio di martedì scorso, visto che vi sarebbero «grosse falsità e inesattezze su quanto affermato dall’inviato Pecoraro». Il programma Mediaset ha lanciato accuse gravi sul comportamento che i familiari e don Michele avrebbero tenuto verso Giada, «accuse che, però, sono completamente false». Non sono una famiglia alle prese con il demonio, come invece hanno scritto le Iene nel titolo stesso del servizio: «Da settembre 2016, nostra figlia Giada ha iniziato a ravvisare vari disturbi per i quali ci siamo rivolti a varie strutture pubbliche ospedaliere, che gli hanno diagnosticato un disturbo di conversione. Abbiamo intrapreso un cammino psicologico sostenuto anche da una terapia. Nel frattempo abbiamo iniziato a frequentare dei gruppi di preghiera, e vedendo che nutriva forti avversioni verso il sacro quando pregavamo, ci siamo rivolti ad alcuni esorcisti autorizzati che gli hanno diagnosticato una possessione», si legge nel primo punto presentato del comunicato.
«Da aprile 2017, nostra figlia Arianna (colei ha fatto realizzare il servizio alle Iene. Qui mettiamo il nome di fantasia, la famiglia ha invece utilizzato nel comunicato il vero nome della ragazza, ndr), ci ha portato da don Michele Barone, che pur non essendo esorcista, ha seguito con profonda fede e sacrificio nostra figlia, aiutandola per il pieno ristabilimento della sua vita. Con lui abbiamo intrapreso un percorso di fede e di preghiera. Ci teniamo a precisare che Don Michele ha sempre agito nella massima correttezza entro i limiti della sua missione sacerdotale portando a conoscenza il nostro caso al vescovo, monsignor Spinillo, dal quale ci siamo recati anche l’ultima volta una ventina di giorni fa, per parlare della situazione di nostra figlia».
CONTESTATO L’INTERO SERVIZIO DELLE IENE
È del tutto errato quanto riferito dalle Iene, secondo la famiglia della ragazzina, visto che i due disturbi non si escludono reciprocamente. «A nostra figlia sono sempre state somministrate le cure previste, sotto la nostra responsabilità, e mai, dalla bocca di don Michele Barone né da altri, sono venuti inviti a non far assumere medicine a nostra figlia»; particolarmente grave risultato il fatto che il prete venga accusato di violenze, «Non è mai accaduto in nessun modo, luogo o forma, tanto più che noi siamo sempre stati e siamo presenti agli incontri tra il sacerdote e Giada. Agli incontri hanno sempre partecipato anche altri nostri familiari e persone del gruppo di preghiera. È falso affermare che nostra figlia viene tenuta segregata in casa come si è voluto lasciar apparire. Nostra figlia riceve quotidiane visite da parte di parenti e amici che possono confermare quanto riportiamo». Don Michele Barone non avrebbe richiesto alcun compenso in denaro, affermano ancora nel comunicato in cui annunciano querela alle Iene: «Codesta trasmissione, ossia Le Iene, è stata contattata da nostra figlia Arianna che non vive più con noi da quattro anni, la quale da aprile 2017, dopo un paio di incontri, non ha più partecipato ne è venuta a trovare la bambina tanto che più di una volta nostra figlia Giada, l’aveva invitata anche attraverso messaggi di andare da lei, ma declinava sempre, affermando che era impegnata.
Da ottobre 2017, guardando il comportamento di Arianna è stata la stessa Giada che ha deciso di non vederla perché le ultime volte si era molto agitata a causa della sua presenza. Ci teniamo a precisare che tempo alcuni anni fa abbiamo accompagnato nostra figlia Arianna da una neurologa per alcuni disturbi che ravvisava, e per i quali la dottoressa gli aveva chiesto di assumere dei farmaci, che lei non ha mai voluto prendere». Da ultimo, fatto ancora più grave se fosse confermato dalle inchieste, la famiglia e Don Michele sostengono che il dialogo mostrato nel video tra la mamma e la sorella omosessuale «è un falso, perché non sono io, ma un’attrice, tanto che non vengo ripresa in volto. Inoltre la persona che parla al mio posto, ha i capelli lunghi, cosa che io non ho mai avuto. Dunque è una vera e propria montatura». Ultima richiesta finale dopo la denuncia depositata contro Le Iene dopo la diffida che avevano ricevuto nel mostrare il servizio: «Invitiamo chiunque sia cattolico credente e praticante a pregare per Giada, perché questo percorso di cura spirituale e medico produca i giusti benefici per lei. Le due cose, infatti, sono su due piani completamente diversi e confonderli significherebbe generare quel cortocircuito di menzogne che è apparso l’altra sera sugli schermi di Italia Uno».
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