Sergio Pirozzo, sindaco di Amatrice, una delle città più devastate e con il maggior numero di vittime causate dal sisma dello scorso agosto, aveva già espresso tutto il suo disgusto per quella vignetta. L’aveva pubblicata la rivista satirica Charlie Hebdo, quella che era stata colpita dell’attacco terroristico dell’Isis in cui erano stati uccisi molti redattori e disegnatori, e aveva fatto il giro del web. Nella vignetta alcuni terremotati sanguinanti e altri schiacciati dai cumuli di rovine, definiti “pasta al pomodoro” o “lasagne”. Voleva essere, si è scoperto poi, una critica agli edifici costruiti senza criteri sismici magari dalla mafia, ma era apparsa subito come un insulto alle vittime. Così adesso il comune di Amatricia ha presentato denuncia “per diffamazione” nei confronti del giornale. La querela è stata depositata stamattina presso la procura del tribunale di Rieti e, ha spiegato l’avvocato Cicchetti che rappresenta l’amministrazione “si tratta di un macabro, insensato e inconcepibile vilipendio delle vittime di un evento naturale; la critica, anche nelle forme della satira, è un diritto inviolabile sia in Italia che in Francia, ma non tutto può essere ‘satira’ e in questo caso le due vignette offendono la memoria di tutte le vittime del sisma, le persone che sono sopravvissute e la città di Amatrice”. Ha aggiunto il sindaco: “Charlie Hebdo per me è un ciclostilato: era giusto che si pigliasse una querela e stiamo operando affinché si possa querelarli anche in Francia”.