Continua a tenere banco il caso di Ismaele La Vardera, il candidato Sindaco di centrodestra a Palermo che ha filmato ad insaputa di tutti la sua campagna elettorale per farne un film. Rivelazione che ha scatenato la rabbia dei suoi sodali politici e lo stupore degli osservatori. Michele Serra sulle colonne di “La Repubblica” ha riflettuto su quanto lo show business sia diventato invasivo, con sempre più gente costretta a ritrovarsi al centro di uno spettacolo, volente o nolente. Sullo stesso quotidiano è apparsa una intervista a La Vardera che ha spiegato il suo punto di vista, sottolineando innanzitutto come la sua campagna elettorale non sia stata un bluff, e che in caso di elezione avrebbe fatto il suo dovere di Sindaco fino in fondo. L’idea di fare un film è nata assieme all’autore del programma televisivo “Le Iene”, Davide Parenti, con il quale La Vardera ha collaborato fino a non molto tempo fa. Da lì il candidato ha filmato alcuni incontri segreti con molti personaggi della politica palermitana.
La Vardera ha spiegato come la sua campagna sia stata contraddistinta da diversi incontri, anche con leader politici come Giorgia Meloni e Matteo Salvini che hanno sostenuto la loro candidatura per il centrodestra a Palermo, senza però versare mai contributi economici. La Vardera ha affermato di essere stato “birichino” ma di aver comunque documentato una verità importante. Giorgia Meloni ha inizialmente negato la liberatoria al film-maker, che si è detto però fiducioso di un suo ripensamento, mentre esponenti della politica siciliana come Cuffaro e Crocetta l’hanno concessa. L’ha negata invece Micciché, così come l’attore Francesco Benigno con il quale c’è stata una colluttazione quando La Vardera ha confessato la preparazione del film. L’ex Iena ha affermato di aver ricevuto un forte schiaffo da Benigno e di essere sicuro che coloro i quali hanno negato la liberatoria, abbiano probabilmente qualcosa da nascondere sul piano della trasparenza.
Ismaele La Vardera ha affermato di essersi ispirato alla campagna elettorale del presidente francese Macron, e di aver raccolto materiale molto interessante alla fine di un’esperienza a suo parere comunque iniziata e terminata per fare il Sindaco e senza secondi fini. Il film è stato un “di più” che ora sarà valutato da chi lo vedrà. Le denunce maggiori riguardano malapolitica e voto di scambio, con veri e propri pacchetti di voti proposti a La Vardera da diversi esponenti della politica palermitana. Così come Micciché (Forza Italia) gli avrebbe promesso un posto da assessore con il candidato Ferrandelli in caso di ritiro della candidatura. Insomma, la questione La Vardera è destinata a far discutere ancora molto a Palermo: di sicuro l’ex Iena si è detto sicuro di non temere rappresaglie e di essere anzi ansioso di fare finalmente rientro nel capoluogo siciliano, per gustare la pasta al forno della mamma.