La confessione di Luca Parnasi sui suoi rapporti con i partiti fa discutere. Il costruttore, coinvolto in prima persona nell’indagine sul nuovo stadio della Roma, nel corso dell’interrogatorio della Procura di Roma ha trattato vari temi, ma al centro c’è stato Luca Lanzalone: come sottolineato da Repubblica, molti dei chiarimenti forniti agli inquirenti hanno riguardato la figura dell’ex presidente di Acea e super consulente del Comune di Roma per quanto concerne l’abbattimento delle cubature nel progetto dell’impianto di Tor Di Valle. Un “funzionario di fatto” con delega allo stadio su mandato di Virginia Raggi: così è stata ricostruita la posizione di Lanzalone, sulla cui veste di pubblico ufficiale si tiene una delle architravi dell’intesa, analizza il Corriere della Sera. Parnasi ha dato conto dei suoi rapporti con quest’ultimo: attesi nuovi aggiornamenti, una inchiesta che scotta… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
LA REPLICA DEI RADICALI
I Radicali, “chiamati” in causa dalle affermazione di Parnasi davanti ai pm della Capitale, replicano a tono: «stando alle ultime indiscrezioni sull’inchiesta relativa allo stadio della Roma, Luca Parnasi avrebbe rivelato di aver pagato tutti i partiti. L’occasione ci è gradita per precisare che noi Radicali non abbiamo mai chiesto denaro a Parnasi, né tanto meno ricevuto denaro da lui», spiega Riccardo Magi, presidente dei Radicali Italiani. Non solo, secondo il leader in accordo con Emma Bonino, aggiunge «Noi siamo del tutto estranei a questo tipo di meccanismi. Non ci vergogniamo di chiedere e ricevere finanziamenti, quando essi sono legati alla condivisione chiara di iniziative e progetti politici. D’altro canto, l’erogazione di fondi ‘a pioggia’, finalizzata esclusivamente alla creazione e al mantenimento di relazioni preferenziali, non ci riguarda e non appartiene alla nostra idea di politica». Nella giornata di oggi si è tenuto a Roma il “vertice” informale tra il sindaco Raggi e il fondatore M5s Beppe Grillo, che ha poi incontrato anche il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: top secret quanto emerso, ma di certo il caso dello stadio della Roma sarà stato al centro delle discussioni con i due “protagonisti” politici più legati alle vicende giudiziarie di Parnasi e Lanzalone. (agg. di Niccolò Magnani)
POSSIBILE SVOLTA NELLA MAXI INCHIESTA
Luca Parnasi ammette tutto, da ciò che era contenuto nell’ordinanza di custodia cautelare a quello che emergeva dalle intercettazioni telefoniche e ambientali. «Ho pagato tutti» ha raccontato il costruttore ai magistrati della Procura di Roma che lo hanno ascoltato nel carcere di Rebibbia. Al netto della pausa notturna, per consentire a inquirenti, indagato e legali di dormire, l’interrogatorio è durato una giornata intera. E potrebbe segnare una svolta nella maxi inchiesta sul nuovo stadio della Roma. L’imprenditore aveva scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere davanti al gip nell’interrogatorio di garanzia svolto dopo il suo arresto a Milano. Ora invece ha deciso di parlare. La prima tranche dell’interrogatorio, come riportato dall’Ansa, avrebbe riguardato le contestazioni presenti nell’ordinanza di custodia cautelare, il suo ruolo nella società Eurnova e il rapporto con Luca Lanzalone, l’ex presidente di Acea, e consulente “di fatto” del Comune di Roma nella trattativa per l’abbattimento delle cubature nel progetto stadio. Secondo l’impianto accusatorio, il gruppo Parnasi avrebbe garantito finanziamenti a molte formazioni politiche o ad organizzazioni ad esse vicine. Questo aspetto potrebbe essere approfondito domani. (agg. di Silvana Palazzo)
PARNASI: “HO PAGATO TUTTI I PARTITI”
Il costruttore Luca Parnasi ha risposto ai giudici e raccontato la sua versione per 11 ore consecutive: e l’esito, secondo quanto emerge da Repubblica e Ansa dopo le prime indiscrezioni, è che Parnasi abbia sostanzialmente confessato di «avere pagato tutti i partiti», nell’ambito dello Stadio della Roma e del suo “sistema” di gestione del potere edilizio nella Capitale. «Nel corso dell’atto istruttorio, l’indagato avrebbe ammesso, in tema di finanziamenti alla politica, di avere elargito denaro, dazioni fatte per un tornaconto personale, per accreditarsi, per avere rapporti con tutti i partiti, avrebbe ribadito a chi indaga così come emerge dalle carte dell’inchiesta», spiegano i colleghi di Repubblica rispetto alle prime indiscrezioni emerse dopo il colloquio-fiume con i pm romani. Si è parlato di tutto, ovviamente anche del Presidente Acea Luca Lanzalone per il quale la maggioranza del sindaco Raggi “trema” in merito ai possibili sviluppi delle inchieste: al momento non emergono dettagli su quanto raccontato da Parnasi sull’avvocato, che mira ad ottenere a breve gli arresti domiciliari. (agg. di Niccolò Magnani)
FRA I PROGETTI ANCHE IL NUOVO STADIO DEL MILAN
E’ iniziato attorno alle ore 16:00 di ieri, e si è protratto fino alle 22:00, l’interrogatorio a San Vittore di Luca Parnassi, il titolare dell’azienda di costruzioni Eurnova, incaricata di realizzare il nuovo stadio della Roma in Tor di Valle. Come riferisce il quotidiano Il Messaggero quest’oggi, durante la chiacchierata con i pm, l’imprenditore romano ha cercato di fare chiarezza sul sistema a cui lo stesso era a capo, grazie anche all’aiuto dell’avvocato, superconsulente, e braccio destro dei grillini, Luca Lanzalone. Parnasi voleva espandersi sempre di più, e dopo lo stadio della Roma aveva in programma altri grandi progetti milionari, uno su tutti, lo stadio del Milan, ma anche un palazzetto di basket a Roma e quello per il rugby, sempre nella capitale. Parnasi, insieme a Lanzalone, riuscirono a convincere la giunta Raggi a costruire lo stadio, passando in breve tempo da un fermo “no”, ad un si, superando facilmente intoppi burocratici, vincoli architettonici, limiti ambientali. Tutto questo, grazie a contatti con tecnici e politici che venivano ben remunerati. L’obiettivo finale, una volta costruito lo stadio, era quello di rivendere il terreno e l’immobile, e ottenere un super incasso. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
INTERROGATORIO FIUME
Stadio Roma, Luca Parnasi interrogato in carcere dai pm: importanti aggiornamenti su una delle inchieste più chiacchierate degli ultimi giorni. Come riportato dai colleghi de Il Messaggero, si è trattato di un interrogatorio fiume: il costruttore è stato sentito per sei ore dai pubblici ministeri e riprenderà domani mattina. Il confronto tra Parnasi e la Procura di Roma è andato in scena in una saletta del carcere di Rebibbia: un atto istruttorio voluto dallo stesso ex titolare di Eurnova. Il quotidiano capitolino sottolinea che Parnasi ha parlato, rispondendo a domande e contestazioni che lo portarono appena quattordici giorni fa al carcere con l’accusa di associazione a delinquere e corruzione. Il costruttore ha ammesso come è riuscito a superare gli ostacoli posti alla realizzazione del nuovo impianto sportivo della Roma: attesi aggiornamenti, domattina un nuovo capitolo del faccia a faccia… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
INCHIESTA STADIO ROMA: INTERROGATO LUCA PARNASI
Il costruttore Luca Parnesi, si trova attualmente in Procura dove sta subendo l’interrogatorio da parte degli inquirenti in merito all’inchiesta sugli appalti per il nuovo stadio della Roma. Come sottolineato dai colleghi dell’agenzia Ansa, il noto imprenditore romano ha chiesto di essere ascoltato dai pubblici ministro titolari dell’inchiesta, accompagnato dai suoi avvocati, Emio Ricci e Giorgio Tamburrino. L’ex titolare di Eurnova, la ditta incaricata di costruire la nuova casa dei giallorossi, è finito in carcere con l’accusa di reato di associazione a delinquere finalizzato alla corruzione.
SCARCERATO CIVITA, AI DOMICILIARI CAPORILLI
E’ quindi cambiata la strategia dello stesso Parnasi, che solamente quindici giorni fa, poco dopo il fermo, si avvalse della facoltà di non rispondere, in occasione dell’interrogatorio di garanzia nel carcere di San Vittore davanti al Gip Giulio Fanales. Ricordiamo che dietro le sbarre, oltre al costruttore romano, vi è anche Luca Lanzalone, avvocato e super consulente nel progetto stadio della giunta Raggi. E’ stato invece mandato ai domiciliari Luca Caporilli, collaboratore di Parnasi e in precedenza anch’egli arrestato per gli stessi reati del suo “titolare”. Scarcerato anche Michele Civita, ex assessore regionale del Partito Democratico, precedentemente ai domiciliari. Lanzalone, infine, resta sottoposto a misura cautelare.