La strage di Nizza che si è consumata nella serata di ieri, quando un uomo a bordo di un camion si è scagliato sulla folla presente sulla promenade Des Anglais, investendo e sparando all’impazzata, ha già la sua immagine simbolo. E’ quella di una bambina cadavere, sull’asfalto, con accanto una bambola. Le notizie si sono rincorse veloci per tutta la notte, tra lo sgomento degli utenti dei social che hanno condiviso gli ultimi aggiornamenti condannando il vergognoso attentato nel quale hanno perso la vita 84 persone. Una strage di innocenti drammaticamente reale, in merito alla quale non sono tuttavia mancati i soliti complottisti, pronti a giurare (con presunte prove alla mano) come tutto ciò che i media stanno trasmettendo senza sosta dalla serata di ieri sia solo frutto di un’invenzione, ad opera di menti diaboliche. E’ quanto sostenuto su Facebook da Rosario Marcianò, personaggio molto seguito sul social di Zuckerberg e che a quanto pare non è nuovo nel riscontrare “anomalie” dietro stragi reali. Solo fino a ieri aveva innescato il dubbio presso i suoi utenti Facebook, proponendo un articolo nel quale venivano illustrate le presunte stranezze nell’incidente ferroviario avvenuto in Puglia, sul tratto a binario unico che collega Andria a Corato. In seguito ai fatti di Nizza, per Rosario Marcianò, curioso personaggio nato dal web, non poteva mancare occasione più ghiotta per lanciare la nuova teoria complottista con tanto di post intitolato “Attentato di Nizza: un altro false flag”. L’uomo amante dei complottismi avrebbe contestato le “immagini sfocate e riprese video mosse dalle quali non si evince assolutamente alcunché”, ribadendo come lo schema sia sempre lo stesso già visto in altre stragi simili. “Tra queste il video che riprenderebbe un autocarro dirigersi verso una zona oscurata dagli alberi (e che si dice abbia investito decine di persone) è stato realizzato, guarda caso, da un regista teatrale che, casualmente abita di fronte alla promenade!”, scrive su Facebook Marcianò, ricordando come, a sua detta, dietro tutti i casi di attentato, dall’11 settembre al più recente che ha messo in ginocchio nuovamente la Francia, ci fossero registi o giornalisti nei panni di testimoni. Marcianò è andato oltre, e dopo essersi preso gioco di una strage immane come quella che ha colpito Nizza e la sua parte più fragile (molte vittime sarebbero infatti bambini), ridendo alla vista dell’immagine simbolo alla quale accennavano in apertura, ha tentato goffamente di dimostrare come quanto accaduto sia solo un’invenzione postando alcune immagini tratte proprio alla terribile strage. Il geometra di Sanremo ha contestato il fatto che il parabrezza del camion guidato dall’attentatore non avesse alcun segno dei proiettili esplosi proprio sul lato guidatore nel corso della sparatoria. A confutare la bizzarra tesi di Marcianò, ridando dignità alle vittime dell’attentato, è stato il Blog di David Puente (davidpuente.it) che ha commentato: “Insomma, o gli agenti avevano un’ottima mira per non colpire l’autista assassino oppure il geometra di Sanremo non ha considerato da dove hanno sparato per poi ucciderlo”. A tal fine ha riproposto un video nel quale è possibile vedere chiaramente la posizione dalla quale partivano gli spari degli agenti. “Come si può facilmente vedere le forze dell’ordine stavano sparando dal lato destro del tir ed era inevitabile che i colpi non potessero essere frontali all’autista e quindi i fori di proiettile fossero tutti verso il lato destro”, ha aggiunto l’autore del Blog, allegando alla sua chiarissima quanto assennata spiegazione un semplice disegnino. Ciò che lascia interdetti, oltre al post su Facebook di Rosario Marcianò, è l’ampio numero di condivisioni e commenti che lo stesso ha registrato. Tra i commenti maggiormente quotati dagli utenti del social, quello secondo il quale quanto avvenuto a Nizza può essere considerato “una strage fatta ad OK” (sic), con dietro una “grande regia” composta da “testimoni, falsi feriti, giornalisti”. Il web, fortunatamente, ancora una volta ha anche saputo unire nel diffondere un messaggio di solidarietà e vicinanza ad un popolo messo nuovamente in ginocchio da stragi per le quali ridere sui cadaveri dei bambini resta il vero abominio da condannare.