In un servizio mandato in onda a Pomeriggio 5 su Canale 5 si è tornati a parlare del caso dell’omicidio di Ashley Olsen attraverso le dichiarazioni rilasciate dall’assassino. Cheik avrebbe spiegato di aver colpito la donna dopo che, a seguito del rapporto sessuale, sarebbe stato trattatato male da lei, che voleva se ne andasse subito, temendo l’arrivo del findanzato. Il killer ha inoltre spiegato di aver reagito a una spinta di lei e di averla colpita procurandole una ferita alla testa. Cheik ha però negato di averla strangolata. A ricostruire i fatti insieme alla padrona di casa anche il giornalista de La Nazione che ha intervistato il fratello dell’assassino.
Intervistato oggi dalla Nazione sul caso di Ashley Olsen, l’americana uccisa a Firenze, parla il fratello del killer senegalese per ora arrestato e accusato dell’omicidio aggravato volontario della ragazza 35enne trovata morta dal fidanzato lo scorso weekend. SI chiama Amadou Diaw il fratello maggiore di Cheik che ha confessato di aver ucciso Ashley, ma senza volerlo dopo averla spinta avrebbe secondo lui battuto la testa rimanendo poi senza vita. La versione regge poco e viene chiesto conto al fratello dal collega fiorentino de La Nazione: «Mi ha sempre detto di averla conosciuta quella sera ma di non essere coinvolto nell’omicidio: mi sembrava tranquillo, poi sabato mi ha chiamato un amico dal Montecarla dicendomi che la polizia gli aveva chiesto informazioni sul delitto e che lui aveva detto che mio fratello si trovava lì». Secondo il fratello, il ragazzo 27enne senegalese avrebbe parlato qualche giorno dopo l’omicidio con la polizia chiarendo la sua posizione ma poi ieri è arrivato il fermo, l’interrogatorio e la confessione successiva. «Per come lo conosco io non è stato lui, non dee essere una pedina sacrificabile, andrò fino in fondo e voglio vederlo di persona. Se poi ha fatto quello di cui l’accusano, allora è giusto che paghi». Interessante però è la smentita sul suo status di clandestino: «Cheik non era clandestino, è arrivato mesi fa con il visto ma poi gli è scaduto, vivevamo insieme e non conosco dove sarebbe andato nei prossimi mesi».
Emergono altri dati inquietanti nell’omicidio di Ashley Olsen, l’americana strangolata e aggredita nel suo appartamento da un 27enne senegalese, Cheik Diaw che nel giorno di ieri ha confessato, seppur con qualche indicazione non corrispondente con i rilievi della scientifica. Ebbene, dopo che l’amica di Ashley assicura che la ragazza era con lei sera dell’omicidio fino a quando non si è presentato nel locale Montecarla dove erano proprio quel giovane senegalese con il quale l’americana avrebbe voluto comprare della cocaina, emergono altri dettagli su quel locale. Ashley venne abbandonata dall’amica che, dopo averla avvertita che l’uomo era pericoloso, se ne andò vedendo la ragazza che invece insisteva nel voler rimanere – a detta dell’amica, con le parole che potete vedere qui sotto – ora si viene a conoscenza che il Montercarla di Firenze ebbe già vari problemi di droga e molte altre volte venne chiuso o segnalato come locale sospetto. Lo scorso 28 gennaio 2015 ebbe una sanzione di 15 giorni di chiusura dopo uno spacciatore albanese fu trovato a vendere cocaina tra i divanetti (fonte Ansa), ma non fu l’unica volta: il locale venne chiuso anche nel 2008 e 1009 dopo vari arresti per spaccio e droga all’interno del locale, sempre tramite personaggi esterni anche se frequenti ospiti abituali del locale. Nel frattempo si attendono gli esami tossicologici per capire se effettivamente Ashley rimase sotto effetto di stupefacenti la notte dell’omicidio.
Dopo la confessione del 27enne senegalese sull’omicidio di Ashley Olsen, l’americana uccisa lo scorso giovedì a Firenze, giungono nuove e inquietanti testimonianze e prove. La ragazza è stata uccisa con due fratture craniche e con lo strangolamento successivo, tanto che Cheik Diaw è stato accusato di omicidio volontario aggravato e sono in corso ancora le ultime spiegazioni della versione che non convince del ragazzo. Intanto parla l’amica di Ashley, con la quale litigò nella sua ultima notte di vita, nel locale Montecarla di Firenze: «Si è avvicinato Diaw che lavorava come pierre e abbiamo chiacchierato per qualche minuto insieme: poi lei voleva comprare da lui la cocaina ma io ho dissentito, dicendo ad Ashley che quel tipo è una brutta persona», riferisce l’Huffington Post sul suo sito. A quel punto sembra che la ragazza americana non volesse sentire ragioni e rimase con il ragazzo, mente l’amica testimone decise di andarsene lasciandola da sola. A quel punto sarebbe partito tutto, con la notte tra il 7 e l’8 gennaio dove presumibilmente Ashley fu uccisa da Diaw.