Quasi 13 anni dopo la strage di Beslan la Corte europea dei diritti umani ha accolto il ricorso delle famiglie delle vittime e dei sopravvissuti e ha condannato Mosca a pagare un risarcimento di 3 milioni di euro. Secondo i giudici, come riporta l’agenzia di stampa Adnkronos, la Russia avrebbe commesso “gravi errori” quando nel 2004 un commando di ribelli filoceceni irruppe nella scuola della cittadina nell’Ossezia del Nord e sequestrò circa 1200 persone fra adulti e bambini. Il bilancio della strage fu di oltre 330 morti tra i quali almeno 180 bambini. I “gravi errori” contestati dalla Corte europea dei diritti umani al governo russo riguardano “la preparazione e il controllo dell’operazione di sicurezza”. I giudici spiegano che “le autorità disponevano di sufficienti informazioni precise circa un attacco terroristico previsto nella regione contro una struttura di insegnamento” ma “non hanno preso sufficienti misure per impedire ai terroristi di incontrarsi e preparare l’attacco, o impedire i loro spostamenti il giorno dell’attacco. La sicurezza non è stata rafforzata nella scuola e né il suo personale né il pubblico sono stati messi al corrente delle minacce”.
La strage di Beslan è avvenuta tra il 1° e il 3 settembre 2004 nella scuola Numero 1 della località nell’Ossezia del Nord, una repubblica autonoma nella regione del Caucaso nella Federazione russa. Tre giorni dopo le forze speciali russe fecero irruzione e iniziò il massacro di adulti e bambini che erano stati presi in ostaggio dal gruppo di 32 separatisti ceceni e fondamentalisti islamici. Era il giorno d’inizio delle lezioni e la scuola era affollata di genitori e bambini. L’attacco alla scuola iniziò alle 9.30 e andò avanti per tre giorni tra rilasci, uccisioni e tanto terrore. Alla fine l’operazione di sicurezza delle forze speviali russe mise fine all’attacco da parte dei ribelli con una enorme perdita di vite umane. Dopo circa un mese dalla strage di Beslan, la giornalista Stella Pende andò sul posto e realizzò un documentario per ‘La storia siamo noi’. Nel filmato si possono ascoltare le storie dei sopravvissuti, adulti e bambini, quelle dei parenti delle vittime, e si possono vedere i luoghi del massacro e un’intera cittadina in lutto.