C’è anche San Germano tra coloro che sono celebrati dalla Chiesa cattolica il ventotto maggio di ogni anno. Nato a Autun, nel 496, deve la sua grande notorietà soprattutto alla biografia che di lui scrisse Fortunato di Poitiers, nella quale però la sua figura viene tratteggiata con accenti viziati dalla grande amicizia che legò i due personaggi. Va rilevato come i documenti storici che lo riguardano sono scomparsi nel corso delle invasioni normanne, rendendo di conseguenza complicato risalire alla realtà e separarla dalla leggenda anche da parte degli studiosi più avveduti. Appartenente a una famiglia benestante, dopo aver studiato ad Avallon entrò nel nell’Abbazia di San Sinforiano, ad Autun, dopo aver passato ben quindici anni nell’abitazione di Scopillone, un suo parente di cui non si hanno molte notizie. Proprio in questo periodo, tra l’altro, aveva iniziato a praticare l’eremitismo che era del resto una pratica molto diffusa nella Francia dell’epoca. Il suo richiamo ad opera di Agrippino, il vescovo di Autun, fu quindi seguito dalla sua ordinazione a diacono e, a distanza di tre anni, in qualità di prete. Nettario, il successore di Agrippino, decise quindi di affidargli la guida del monastero confidando sulle doti che già aveva avuto modo di mettere in mostra, con ottimi risultati. Il processo di inarrestabile decadenza attraversato da San Sinforiano, infatti, si arrestò per effetto della grande energia da lui dispiegata nell’adempimento del compito che gli era stato affidato riportando il centro religioso allo splendore del passato.
Direttosi a Parigi, nel corso del 556 entrò in contatto con il re Chilperico, riuscendo a procurarsi l’estremo apprezzamento del sovrano, grazie ad una serie di preziosi consigli. Lo stesso sovrano decise quindi di affidargli la successione di Libano in qualità di vescovo. Un compito assunto con grande sagacia e portato avanti cercando di fungere soprattutto da moderatore, in linea con quanto aveva fato vedere sino a quel momento. Un ruolo molto apprezzato e svolto anche sotto l’egida dei successori di Chilperico, Clotario e Cariberto. Proprio nel corso del regno di Clotario, si svilupparono però una serie di sanguinose faide in cui si distinsero in particolare le regine Brunechilde e Fredegonda,i cui nomi sarebbero suonati sinistri ancora per molto tempo. Ad esse si contrappose però in questo periodo la figura di Santa Redegonda, la sposa di Clotario, la quale era del resto stata vittima in vita del carattere collerico del consorte, sino a decidere di tagliare ogni rapporto con lui.
Il nome di Germano è legato in particolar modo alla fondazione, da parte di Chilperico, di un monastero che aveva la funzione di custodire i trofei riportati dalla Spagna e sorto dopo il 543. Proprio in questo monastero, San Germano inviò alcuni monaci da San Sinforiano, mettendoli sotto gli ordini di Drottoveo, per poi consacrane la chiesa, nel 558. Va anche ricordata la sua partecipazione ad avvenimenti chiave della storia della chiesa transalpina. Tra questi spiccano in modo particolare il concilio tenuto a Tours nel 567, la consacrazione a vescovo di Felice di Bourges, nel 570 e il concilio di Parigi del 573.
A lungo accreditato come autore di due lettere che sono reputate fondamentali per la comprensione della complessa liturgia gallicana, ha visto poi disconosciuto il suo ruolo in questo senso da un attento studio del Wilmart, il quale ha saputo infine dimostrare senza ombra di dubbio come le stesse fossero il prodotto di un’epoca posteriore. La sua morte avvenne il 28 maggio 576, quando aveva ormai raggiunto gli ottant’anni e la sua inumazione ebbe come teatro la cappella di San Sinforiano, posta proprio nelle vicinanze della chiesa abbaziale. La tomba che fu chiamata a conservarne le spoglie mortali era stata decorata, verso il 635, da Santo Eligio, uno dei maggiori consiglieri del re Dagoberto. Nel corso del 754, Pipino il Breve dette a su volta ordine di dare vita ad una traslazione solenne, gratificata anche dalla presenza del giovane Carlo Magno. A seguito di questa traslazione la dedicazione della chiesa fu oggetto di mutamento proprio mentre passavano di bocca in bocca miracoli in favore di poveri, malati e detenuti che furono anche oggetto della precisa narrazione del monaco Aimone. Il monastero e la chiesa posti all’interno del quartiere parigino di St.-Germain-des-Prés, sono ancor oggi un luogo estremamente pittoresco e frequentato.