Continuano le polemiche su Totò Riina e non solo a causa della richiesta di scarcerazione presentata dal suo legale. In questi ultimi giorni la figlia minore del boss di Cosa Nostra, Lucia, ha richiesto al Comune di Corleone di poter usufruire del bonus bebè previsto per le persone in difficoltà. Uno smacco per i cittadini siciliani e italiani in generale, che vedono in questa richiesta un nuovo tentativo di truffa ai danni dello Stato.
Immediata la risposta negativa dell’amministrazione comunale, nonostante il sollecito inoltrato dal marito di Lucia, Vincenzo Bellomo. In via ufficiale, sottolinea La Repubblica, a spingere i Commissari verso il rifiuto sarebbe in realtà l’incompletezza della domanda presentata. La richiesta del marito è invece giunta agli uffici oltre il termine previsto, ma al rifiuto dei Commissari preposti alla guida del Comune di Corleone, si è aggiunto anche il no dell’Inps. L’agenzia ha infatti sottolineato come la figlia di Totò Riina non ha i requisiti minimi per poter usufruire del bonus bebè.
Per poter ottenere l’agevolazione dello Stato, Lucia Riina avrebbe dichiarato che la famiglia è nullatenente. Un’ipotesi che è stata considerata falsa, soprattutto alla luce delle ultime intercettazioni ambientali effettuate nel carcere in cui è detenuto Totò Riina. In un’occasione in particolare, il boss di Cosa Nostra avrebbe fatto intendere di essere molto ricco in un incontro con Alberto Lo Russo, boss della Sacra Corona Unita. “Io ho delle proprietà, queste proprietà metà sono divise ogni mese, ogni mese ci vanno”, avrebbe detto in quella stessa occasione, risalente a tre anni fa, in cui lamentava di essere sotto il controllo delle autorità. Le proprietà a cui fa riferimento sono infatti intestate al nipote.