«L’embrione umano ha fin dall’inizio la dignità propria della persona». Lo afferma Dignitas personae, l’Istruzione della Congregazione per la dottrina della fede pubblicata oggi che aggiorna la Donum vitae dell’87, nella quale gli esperti vaticani avevano deciso di non definire che «l’embrione è persona, per non impegnarsi in una affermazione di indole filosofica». C’e’ un rischio eugenetica «nel panorama filosofico e scientifico attuale». Lo denuncia il Vaticano, rilevando la presenza di pensatori e ricercatori che «considerano il crescente sviluppo delle tecnologie biomediche in una prospettiva sostanzialmente eugenetica». A questi temi nell’87 il Vaticano dedicò la Donum vitae e oggi la aggiorna, vista la “rapidità” degli sviluppi in ambito scientifico, «la loro amplificazione tramite i mezzi di comunicazione sociale» e le ricadute sulle «Assemblee legislative spesso sollecitate a prendere decisioni, coinvolgendo talora anche la consultazione popolare». L’Istruzione di natura dottrinale è divisa in tre parti: aspetti antropologici, teologici e etici fondamentali; nuovi problemi riguardanti la procreazione; terapie che comportano manipolazione degli embrioni o del patrimonio genetico umano. Il documento, approvato dal Papa lo scorso giugno, è firmato dal prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, card. William Levada e dal segretario mons. Luis Ladaria, che lo presenta questa mattina in Vaticano insieme a mons. Rino Fisichella e mons. Elio Sgreccia, presidente e presidente emerito della Pontificia accademia per la vita.