“I bisessuali domineranno l’umanità”, parola di Umberto Veronesi. In una recente intervista rilasciata a Repubblica, il noto oncologo è tornato a ribadire la propria teoria, già espressa diversi anni fa, secondo cui un giorno saremo tutti bisessuali. Il motivo è addirittura scientifico: il cambiamento dei ruoli familiari e sociali dell’uomo e della donna, spiega Veronesi, nel tempo ha prodotto una modificazione nella stessa biologia umana. Da una parte, infatti, l’uomo si avvicina sempre più “a ruoli che non richiedono particolare mascolinità, come avveniva nell’antichità, tipo cacciare, uccidere, combattere altri uomini, faticare per procurarsi il cibo”. Dall’altra la donna è costretta a “sviluppare aggressività per imporsi socialmente, fare carriera, comandare persone, assumersi responsabilità”. Se nel caso maschile l’inevitabile conseguenza (secondo Veronesi) è che i testicoli rallenteranno la loro funzionalità giorno dopo giorno, in quello femminile “l’ovaio tenderà a ridurre la produzione di estrogeni”. A cambiare non sarà però solo il fisico, ma anche la sessualità, pronta ad aprirsi sempre più (secondo Veronesi) all’omosessualità e alla bisessualità. E se tutto ciò non bastasse, sarà opportuno aggiungere che tale diminuzione delle differenze fra generi porterà anche a una “valorizzazione della donna e della femminilità, fino a poco fa discriminate”. Questo fattore, unito al crollo di molti tabù sessuali, “può influire sul desiderio di cambiare sesso, quasi sempre a favore del sesso femminile”. Abbiamo commentato le parole di Veronesi con Assuntina Morresi, membro del Comitato nazionale di bioetica.
Veronesi parla di ipotesi basate “su dati obiettivi e considerazioni scientifiche”. Cosa ne pensa?
Francamente non conosco gli studi a cui fa riferimento il professor Veronesi, quindi sarà opportuno prima verificare quanta scientificità ci sia dietro queste affermazioni. Sono però dell’idea che, finché saranno le donne a mettere al mondo i bambini e a essere nettamente distinte dai maschi per le gravidanze, allora Veronesi può riferirsi al massimo a una tendenza, a un atteggiamento. Il vero dato obiettivo è che, dal punto di vista della natura e dell’evidenza dei fatti, maschi e femmine sono diversi. Basti pensare a quanto si parla oggi di medicina di genere…
Vale a dire?
Mi riferisco al fatto che, ad esempio, le sperimentazioni ai farmaci non possono essere eseguite solo sui maschi e che i risultati non possono essere estesi anche alle donne, proprio perché la natura femminile è completamente diversa. Nonostante ciò, al tempo stesso si sostiene che stiamo andando verso una “fusione” dei due sessi, il che è molto curioso. L’essere umano, che sia maschio o femmina, è sessuato fin dallo zigote, cioè l’embrione monocellulare, quindi non esiste alcun sesso incerto o ambiguo. Se poi per bisessuale intendiamo i comportamenti sessuali, allora questo è un altro argomento che può essere frutto anche di costumi.
Veronesi sostiene che cambierà anche la sessualità, sempre più vicina alla omosessualità e alla bisessualità.
Se ad essere ereditati saranno i comportamenti, allora Veronesi sta parlando di un’evoluzione diversa da quella che conosciamo, e comunque sarebbe una teoria tutta da dimostrare. Come ho già detto, è necessario distinguere i comportamenti sessuali dal corpo sessuato: del primo caso si può anche discutere, ma probabilmente sarebbe opportuno consultare uno psicanalista.
Si legge poi che la diminuzione delle differenze fra generi porterà a una valorizzazione della donna e della femminilità. E’ d’accordo?
Veronesi dovrebbe ricordare tutto il pensiero basato sulla differenza tra corpi sessuati. La diminuzione delle differenze fra generi non valorizza proprio niente, ma rappresenta solo di un appiattimento verso un individuo asessuato che non ha nulla a che fare con il genere umano.
E aggiunge che questa valorizzazione può influire sul desiderio di cambiare sesso…
Io mi attengo ai fatti, senza entrare nel campo delle opinioni e della libertà personale: c’è un’ampia tradizione del pensiero della differenza che in Italia ha ancora rappresentanti significative come Luisa Muraro, la quale avrebbe certamente molto da dire a riguardo e senza dubbio nella direzione opposta rispetto a quanto sostenuto da Veronesi.
Si sostiene infine che sono in aumento le richieste di cura per neonati dal “sesso incerto” e che questo “biologicamente è una patologica accentuazione della bisessualità”. Cosa ne pensa?
Non è possibile sapere se tali patologie siano più numerose rispetto al passato, ma l’ipotesi secondo cui questo rappresenti un’introduzione alla bisessualità non mi convince affatto. E’ molto probabile che queste patologie non siano aumentate rispetto al passato, ma che semplicemente siano più segnalate. Da sempre sappiamo dell’esistenza di patologie che riguardano l’apparato genitale e che rendono difficile l’immediata attribuzione del sesso, ma che ci sia un aumento di richieste di cure potrebbe anche essere un fatto positivo.
Come mai?
Perché rappresenterebbe una volontà non di nascondersi, ma di curare. Un conto è venire alla luce, un altro è il verificarsi di nuove patologie. Le faccio un esempio: si dice che siano in aumento i casi di spettro autistico, chiamato così perché l’autismo si può presentare in tante forme diverse, ma quasi certamente non è davvero aumentato il numero di persone affette da una sindrome autistica. Il numero è in aumento perché oggi si possono avere diagnosi corrette di patologie che prima non si conoscevano. Detto questo, è assolutamente necessario capire se davvero il numero di queste patologie è in aumento, e poi individuarne le cause. Ma tra questo e un’ipotesi di bisessualità c’è comunque un abisso.
(Claudio Perlini)