Diverse ore dopo il terremoto di magnitudo 4.6 sulla scala Richter che ha sferzato la provincia di Macerata alle 5:11 di oggi, martedì 10 aprile 2018, con l’avvicinarsi della notte aumenta di nuovo la paura che una nuova scossa possa verificarsi. A descrivere lo stato d’animo della popolazione del centro Italia è stato Marco Baroni, il sindaco di Muccia, che a Repubblica oggi ha parlato di “grande paura e insicurezza tra le persone. È uno stillicidio continuo che ci sta snervando e che non si ferma: le scosse si ripetono da svariati giorni, anche con un’escalation nell’intensità”. Ma c’è una precisa spiegazione scientifica al susseguirsi di questi episodi sismici. L’ha spiegata il direttore dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) Salvatore Stramondo:”I terremoti nella regione sono dovuti all’estensione dell’Appennino nordovest sudest. La catena appenninica in altre parole si sta allargando e tutto questo è dovuto a una serie fattori tra i quali la subduzione della placca adriatica sotto l’Appennino. In sostanza la placca dell’Adriatico si insinua sotto la crosta che in Appennino a una profondità intorno ai 10 12 km. I terremoti sono gli effetti locali di questo movimento che interessa da sempre la catena appenninica. Le sequenze più recenti sono quella di Assisi del 1997 in poi fino a arrivare a sud alla sequenza del 2009 all’Aquila e, infine, a quella di Amatrice-Visso-Norcia e fino alla scossa di oggi presso Muccia”.
IL TWEET DI GENTILONI
A ruota dei colleghi di Pieve Torino e Muccia, anche il sindaco di Camerino – Gianluca Pasqui – ha fatto sapere di aver immediatamente bloccato gli accessi alla zona rossa dopo la forte scossa di stamattina e il conseguente sciame sismico derivante (e legato ancora a quello del 2016, dicono i dati INGV). «Bloccato tutti gli accessi alla zona rossa, tranne quelli delle ditte specializzate che stanno lavorando», ha spiegato all’Ansa il sindaco di Camerino, aggiungendo poco dopo «divieto ancora in atto per tutti quelli che vorrebbero tornare a recuperare oggetti personali dalle case inagabili». Non vuole essere allarmista ma nello stesso tempo la prudenza in questi casi è davvero d’obbligo: «mi sembra che questo fenomeno sismico stia andando a crescere, non a diminuire», spiega ancora Pasqui al Resto del Carlino. Intanto, mentre proseguono i rilievi di Protezione Civile e INGV, arriva alle popolazioni del Maceratese le condoglianze e le solidarietà del premier uscente Paolo Gentiloni: «#Muccia #PieveTorina Ancora scosse, danni, paura. La Protezione civile impegnata sul posto con i sindaci e le popolazioni colpite». (agg. di Niccolò Magnani)
PAURA ANCHE ALL’AQUILA
Dopo il terremoto di questa mattina a Macerata, una scossa di magnitudo 4.6 sulla scala Richter che è stata registrata anche al di là delle Marche, si è avviato un vero e proprio sciame sismico che ha interessato diverse regioni. Esemplare il caso dell’Abruzzo, che in fatto di terremoti ha pagato dazio pesantemente con il terremoto dell’Aquila del 2009, dove alle ore 6:49 si è registrata una scossa di M 3.3 con epicentro ad Ocre che ha scatenato il panico. Intervistato dall’Ansa, il sindaco del comune Aquilano, Fausto Fracassi, ha parlato di un “boato significativo, un rumore forte più che l’oscillazione”. Il primo cittadino ha aggiunto:”Al momento non è pervenuta nessuna segnalazione, e neanche telefonate al Comune. Il rumore è stato forte e abbiamo capito che l’epicentro era da noi. Abbiamo attivato tutte le procedure ma per ora non sono segnalati danni a persone o cose. Parte della popolazione vive nei moduli abitativi e parte nelle case ricostruite. La scuola, tutta nuova e in legno, è aperta e sicura. Continueremo con le verifiche”. La popolazione della vicina L’Aquila, distante solo 10 km, ha avvertito il sisma soltanto in parte. (agg. di Dario D’Angelo)
MACERATA, “TUTTE LE CASE DA RICONTROLLARE”
Nonostante la scossa di terremoto di magnitudo 4.6 verificatasi in provincia di Macerata non abbia provocato morti o feriti, sono gravi i danni derivati dalla scossa che questa mattina è stata avvertita oltre che nelle Marche anche in Umbria, in parte della Toscana e fino a Roma. La commissaria straordinaria alla ricostruzione, Paola De Micheli, oltre a confermare che “a Pieve Torina ci sono 20 sfollati” ha ribadito la necessità di svolgere nuove verifiche sugli immobili, anche quelli che dopo le scosse che nel 2016 hanno devastato il Centro Italia erano rimaste agibili. Come riportato da La Repubblica, la De Micheli ha dichiarato:”Stiamo facendo una serie di controlli sulle casette Sae, le soluzioni abitative per l’emergenza già installate a Pieve Torina. Per ora non ci segnalano problemi. La chiesa di Santa Maria di Varano, da cui è crollato il campanile, era in zona rossa, ma era agibile, senza puntelli. Ora è stata chiusa. Delle vecchie case di Muccia e Pieve Torina poche erano ancora abitate. Ora è necessario rivedere tutto: quali hanno avuto nuovi danni e di che entità. La priorità è organizzare gli interventi per le prossime ore”. Si tratterà di intervenire, dunque, non solo a Muccia – comune più vicino all’epicentro del sisma – ma pure a Visso, Castelsantangelo e Ussita.
PIEVE TORINA, 20 SFOLLATI
Si è concluso da pochi minuti il vertice andato in scena a Pieve Torina dopo la scossa di terremoto di magnitudo 4.6 sulla scala Richter con epicentro a 2 km dal comune di Muccia, in provincia di Macerata. Stando a quanto riferito dall’Ansa, al termine dell’incontro con i sindaci del territorio, il capo della Protezione civile Angelo Borrelli e il governatore della Regione Marche, Luca Ceriscioli, la commissaria straordinaria alla ricostruzione, Paola De Micheli, ha riferito che ci sono 20 sfollati. In ogni caso, ha dichiarato il sindaco di Muccia, “le casette Sae non hanno riportato nessun danno. Dalle verifiche che stiamo effettuando nelle aree dove sono realizzate le Soluzioni abitative di emergenza non si riscontrano problemi, al massimo sono caduti alcuni oggetti”. Intanto dopo la chiusura in via precauzionale della tratta ferroviaria Civitanova Marche-Macerata, è stata riattivata la circolazione dei treni.
INGV, “STESSA SEQUENZA 2016, PUO’ DURARE ANCORA UN ANNO”
Proprio in questi minuti è in corso a Pieve Torina un vertice tra i sindaci della provincia di Macerata, colpita alle 5:11 di questa mattina da un violento terremoto di magnitudo 4.6 sulla scala Richter, il capo della Protezione civile nazionale Angelo Borrelli, la commissaria straordinaria alla ricostruzione Paola De Micheli e la Regione Marche, rappresentata dal presidente Luca Ceriscioli, vice commissario alla ricostruzione, e dall’assessore alla Protezione civile Angelo Sciapichetti. Ne dà notizia l’Ansa, informando che obiettivo dell’incontro è cercare di fare il punto della situazione sui danni e sulla messa in sicurezza di una zona che ancora deve fare i conti con la scossa dell’agosto del 2016. La stessa scossa, secondo l’INGV, dalla quale avrebbe avuto origine il sisma di oggi. A spiegarlo è stato il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Carlo Doglioni, facendo notare che il fenomeno rientra “nel margine settentrionale della sequenza che si è attivata il 24 agosto 2016”. Doglioni ha spiegato che “è normale che una sequenza che ha mobilitato un volume così grande duri a lungo. Per una sequenza che ha mobilizzato un volume più piccolo, come quella legata al terremoto de L’Aquila del 2009, sono stati necessari tre anni per tornare a un’attività con valori confrontabili a quelli precedenti all’evento. È quindi possibile che la sequenza che si è attivata nell’agosto 2016 duri ancora non meno di un anno”.
DANNI A PIEVE TORINA
La scossa di terremoto di magnitudo 4.6 sulla scala Richter ha visto il suo epicentro a pochi km da Muccia, in provincia di Macerata, ma si può dire che i danni maggiori siano stati riscontrati nella vicina Pieve Torina, uno dei tanti comuni del Centro Italia che dall’agosto del 2016 non riesce a mettersi alle spalle l’incubo del sisma. Come riportato da Il Corriere della Sera, il sindaco Alessandro Gentilucci è stato costretto ad evacuare diverse persone: quattro famiglie per i danni (crepe e cedimenti) e i rischi di stabilità interni riscontrati su immobili che fino a ieri erano stati ritenuti agibili, ma le verifiche condotte da quattro squadre di tecnici comunali e di una dei vigili del fuoco proseguono sotto la stretta supervisione del sindaco. Si parla in tutto di una ventina di persone. Nel frattempo il capo del Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, si sta recando nelle Marche per incontrare sindaci della zona proprio a Pieve Torina per fare il punto della situazione.
TERREMOTO M 4.6 A MACERATA
Torna l’incubo terremoto nel centro Italia dopo che alle 5:11 di oggi, martedì 10 aprile 2018, si è verificata una scossa di magnitudo 4.6 sulla scala Richter in provincia di Macerata. Il sisma, secondo quanto riportato dall’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) ha visto il suo epicentro a 2 km di distanza dal comune di Muccia ma è stato avvertito distintamente in tutte le Marche, oltre che in diverse zone dell’Abruzzo, dell’Umbria e del Lazio. Un fortissimo boato, seguito da una violenta scossa sussultoria: così i testimoni hanno descritto la scossa arrivata all’alba, seguita da oltre 20 repliche di magnitudo superiore a 2.0. Un vero e proprio sciame sismico, che i residenti si augurano sia d’assestamento. Inutile sottolineare nel terrore dei residenti già fiaccati dalle continue scosse che ininterrottamente si verificano dal sisma del 2016. Negli ultimi giorni la terra aveva ripreso a tremare anche con una certa intensità. Diverse persone, in preda al terrore, sono uscite in strada. Il sindaco di Muccia ha per questo riaperto i dormitori in via precauzionale.
NESSUN FERITO MA GRAVI DANNI
Il terremoto di magnitudo 4.6 verificatosi alle 5:11 di oggi ha fatto ripiombare nel terrore migliaia di persone che speravano di aver pagato già un salatissimo conto con i sismi del 2016 nel Centro Italia. Come riportato da La Repubblica, per il momento non si hanno fortunatamente notizie di morti o feriti, ma a detta degli stessi sindaci della zona sono “gravi” i danni procurati da questa ennesima scossa. A Muccia, il paese più vicino all’epicentro in provincia di Macerata, il sisma “ha fatto crollare il piccolo campanile della Chiesa del ‘600 Santa Maria di Varano”, ha detto il sindaco Mario Baroni. Il primo cittadino, come riferisce Repubblica, ha sottolineato che in corso sono degli ulteriori accertamenti per verificare la presenza di danni sulle poche case rimaste agibili considerando che su 920 abitanti sono solo 120-130 le persone che sono potute restare nelle proprie abitazioni dopo il terremoto del 2016. Nella vicina Pieve Torina (Macerata), il sindaco Gentilucci ha chiuso le scuole in via precauzionale:”La situazione è drammatica. Stiamo evacuando tre famiglie e siamo di nuovo proiettati in quella che era la situazione dell’agosto 2016. La gente è preoccupata e allo stremo: abbiamo chiuso le scuole precauzionalmente, il problema non sono le strutture portanti ma quelle accessorie. Vanno fatte verifiche prima di far rientrare i bambini”. Una scossa è stata registrata anche a L’Aquila, ma più in generale il sisma di M 4.6 è stato avvertito nelle province di Ancona, Pesaro, in Umbria, in alcune zone della Toscana, nel Lazio e lievemente fino a Roma.