Donald Trump commenta ovviamente su Twitter la recentissima apertura di Pyongyang ad un dialogo con la Sud Corea, prontamente accolta e rilanciata dal presidente Moon Jae-in, eletto anche perché aveva promesso di arrivare ad un punto di accordo e non di scontro con i pericolosi “cugini” del Nord. Ebbene, secondo il presidente degli Stati – che non esita a riconsiderare ancora come un pericolo altissimo una guerra nucleare contro Kim Jong-un – le sanzioni e gli strumenti di pressione usati nei precedenti mesi contro la Nord Corea iniziano ad avere i primi effetti. «Le sanzioni e gli altri strumenti di pressione usati dagli Stati Uniti stanno iniziando ad avere un grande impatto sulla Corea del Nord», scrive il n.1 della Casa Bianca e nemico giurato del regime di Pyongyang. L’incontro prima delle Olimpiadi? «Forse è una buona notizia, forse no, vedremo!», il dialogo con Kim infatti Trump non lo ha mai condiviso appieno sia da parte Usa (scontrandosi con il delicato lavoro diplomatico del Segretario di Stato Tillerson) che soprattutto per Seul, Cina e Russia. (agg. di Niccolò Magnani)
DISGELO O SCONTRO NUCLEARE?
O il primo di una lunga serie di complicate ma effettive trattative per una pace in Corea, oppure l’ultimo scampolo di pace prima di una terza guerra mondiale nucleare. Quando avvenuto in queste ore con il botta e risposta di Kim Jong-un e Moon Jae-in a riguardo delle prossime Olimpiadi 2018 in Sud Corea mostra tutta l’incertezza internazionale di fronte alla minaccia di Pyongyang, con le speranze dell’Onu in vista dei colloqui del prossimo 9 gennaio ad un mese dai Giochi Olimpici Invernali. «Il successo del 2017 è la realizzazione storica del completamento delle capacità nucleari». «L’intero territorio americano è sotto il nostro raggio d’azione e il pulsante nucleare è sulla mia scrivania, devono essere consapevoli che questa non è una minaccia, ma la realtà»: queste ultime parole del giovane dittatore Kim non lasciano ben sperare per un accordo con i principali alleati degli Usa nel Pacifico, dopo il Giappone. Eppure i colloqui a Seul rappresentano una tappa importante verso un possibile disgelo: «La partecipazione della Corea del Nord ai Giochi sarà una buona opportunità per mostrare l’unità della gente – ha detto ancora il leader nordcoreano – speriamo che la manifestazione sia un successo». (agg. di Niccolò Magnani)
IL POSSIBILE DISGELO
Le Olimpiadi invernali ma anche le Olimpiadi del possibile disgelo: una terza guerra mondiale che potrebbe, sottolineamo potrebbe, trovare il suo disinnesco proprio tramite gli sport invernali pronti a scattare in Corea del Sud, con gli occhi del mondo puntati addosso. Seul oggi ha aperto con grande favore la rispettiva apertura di Pyongyang alla presenza di atleti nordcoreani alle Olimpiadi di PyeongChang al via il prossimo 9 febbraio 2018. Il presidente Moon Jae-in invita i ministeri dell’Unificazione e dello Sport «a dare rapidamente seguito a misure per riavviare un dialogo Nord-Sud», in seguito alla clamorosa apertura di Kim Jong-un ad un rinnovato rapporto e “dialogo” con i cugini del Sud. Resta il nodo nucleare che secondo il presidente sudcoreano non può essere evitato o “nascosto”, ma con una base finalmente di possibile dialogo da giocarsi nei prossimi mesi, anzi settimane: «la Corea del Sud propone al Nord di tenere il 9 gennaio i colloqui “di alto livello” bilaterali al fine di favorire la partecipazione della delegazione di Pyongyang ai giochi olimpici invernali di PyeongChang. Per l’incontro è suggerito il villaggio di Panmunjom», riporta Rai News24 in un lancio questa mattina. Insomma, la strada è lunga ma un piccolo spiraglio si intravede e una guerra mondiale non più come unica reale conclusione del nodo coreano. (agg. di Niccolò Magnani)
MOSSE TRUMP IN PAKISTAN
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha condiviso un tweet in cui dichiara che gli aiuti finanziari che gli Stati Uniti hanno riservato al Pakistan per la lotta contro il terrorismo non hanno portato ai risultati sperati. Donald Trump ha utilizzato, però, toni molto più duri che descrivere la situazione, affermando che il Pakistan ha risposto agli Stati Uniti soltanto con bugie e frode. Nel suo tweet, Trump ha affermato che la cifra che gli Stati Uniti hanno versato al Pakistan per combattere il terrorismo è pari a circa 33 miliardi di dollari, una cifra che è stata versata nell’arco di 15 anni. Secondo il presidente degli USA, però, questa cifra sarebbe stata utilizzata dal Pakistan per dare rifugio ai terroristi ricercati in Afghanistan, aggiungendo che gli aiuti del Pakistan in tal senso sono praticamente nulli. Nel tweet, Donald Trump ha aggiunto: “Pensano che i nostri leader siano idioti. Mai più”. Questo è stato il primo tweet dell’anno di Donald Trump.
TERZA GUERRA MONDIALE, IL NIPOTE DI BIN LADEN E’ MORTO
Restando sempre in tema di lotta contro il terrorismo tra Pakistan e Afghanistan, c’è da registrare una nuova notizia risalente, però, all’estate scorsa. Osama bin Hamza bin Laden, nipote dodicenne di Osama bin Laden, fondatore dell’organizzazione terroristica di Al Qaida, è morto probabilmente a seguito di un raid armato avvenuto lungo il confine tra Pakistan e Afghanistan. La notizia è stata diffusa anche dal Site, il gruppo che monitora le attività dei terroristi sul web. La conferma della morte del nipote del fondatore di Al Qaida è arrivata anche da uno dei suoi figli, Hamza bin Laden, considerato il suo “erede” nell’organizzazione terroristica, che ha dichiarato che la morte risale ad un periodo compreso tra luglio e agosto scorso. Hamza bin Laden ha dichiarato che la morte di Osama bin Hamza bin Laden li renderà ancora più determinati nel raggiungere i loro scopi, aggiungendo che il nipote di bin Laden “è asceso al livello più alto del Paradiso”.