Nuova svolta per quanto riguarda l’assegno di mantenimento nei casi di divorzio. Stando a quanto spiegato dal pg della Cassazione, Marcello Matera, è importante tenere conto del tenore di vita che i due coniugi avevano durante il matrimonio. Fino a poco tempo questo principio era tenuto in forte considerazione, ma dopo il “verdetto Grilli”, la situazione riguardante gli assegni famigliari, cambiò drasticamente. La sentenza dell’11 maggio del 2017, sul caso fra l’ex ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, e Lisa Caryl Lowenstein, ha infatti introdotto il principio della auto responsabilità: l’assegno non si calcola più sulle stile di vita precedente, bensì sull’autosufficienza economica dell’ex coniuge, visto che, secondo i giudici, «si deve superare la concezione patrimonialistica del matrimonio inteso come una sistemazione definitiva».
“IL CRITERIO DELL’AUTOSUFFICIENZA NON PUO’ ESSERE L’UNICO UTILIZZABILE”
Una decisione che fece molto discutere e che portò anche alla revisione del famoso assegno da 1.4 milioni di euro mensili, che l’ex Premier Silvio Berlusconi, passava all’ex moglie Veronica Lario, proprio perchè la corte d’Appello di Milano applicò il precedente Grilli-Lowenstein. Il pg Matera ha voluto fare delle precisazioni nella sua requisitoria: «La premessa è che ogni giudizio richiede la valutazione delle peculiarità del caso concreto perché l’adozione di un unico principio, come quello stabilito dalla sentenza Grilli, corre il rischio di favorire una sorta di giustizia di classe. Il criterio dell’autosufficienza – ha proseguito – si può prendere a riferimento, ma non si può escludere di rapportarsi anche agli altri criteri stabiliti dalla legge quali la durata del matrimonio, l’apporto del coniuge al patrimonio familiare, il tenore di vita». Chissà se la signora Lario ricorrerà ora per riavere il suo vecchio assegno.