– I Re Magi sono uno dei lati dell’Epifani che conclude ancora una volta le festività natalizie. Questi sono stati protagonisti anche di tantissime opere d’arte tra cui L’Adorazione dei Magi di Giuotto. L’opera risale attorno al 1303-1305 ed è un affresco di 200×185 centimetri nelle dimensioni. Si trova a Padova nella Cappella degli Scrovegni. E’ sicuramente un quadro dotato di grande respiro poetico con la presenza sulla sinistra dei Magi e sulla destra proprio la grotta con all’interno Gesù bambino insieme a Maria e a Giuseppe. Le pennellate sono di sicuro molto leggere e hanno la grazia che contraddistingue l’opera di questo splendido artista. Ancora oggi viene visitata la Cappella degli Scrovegni, sorprendentemente bella, anche per questo splendido affresco che non tramonta mai.
L’Epifania è legata alla figura di Re Magi che sicuramente sono nella tradizione cristiana un momento veramente molto importante quando appunto Gaspare, Baldassarre e Melchiorre portavano i doni all’appena nato Gesù Bambino. Sui social network questo giorno rievoca anche momenti del passato. Per esempio uno dei più classici è quello legato a una pubblicità di metà anni novanta. Nel 1996 infatti la Sperlari, nota casa dolciaria, aveva pensato a tre simpatici Re Magi per pubblicizzare i suoi torroncini. Nel video che vi facciamo rivedere ci sono i tre Re Magi che aspettano l’arrivo del Natale e nove mesi prima non sanno che fare, decidono così di mangiare alcuni dei torroncini e nel caso dovesserlo finire come doni porteranno dei fiori. Clicca qui per il video della pubblicità della Sperlari.
Diversamente dalle grandi città ci sono dei piccoli paesi che hanno mantenuto le vecchie tradizioni: una di queste è quella dei Re Magi che ogni anno, nella notte dell’Epifania, va in scena al piccolo borgo Massino Visconti. Qui a portare i doni sono i Re Magi a cavallo, che percorrono le strade del paese suonando all’impazzata dei campanacci. “Si tramanda già dalla fine dell’Ottocento che l’impegno veniva affidato ai Magi perché il Bambino era troppo piccolo per farsi carico dei doni. Così la vigilia dell’Epifania, i ragazzi, scalzata la cavezza delle mucche e sfilata la campanella, scorrazzavano per il paese a dare la sveglia facendo un gran chiasso. Un’usanza rimasta in piedi fino agli Anni Cinquanta”, dice Mario Rossi, storico del paese intervistato dal quotidiano La Stampa. Una tradizione vecchia che però ancora oggi attrae numerose persone che arrivano al paese solo per vedere andare in scena questa vecchia usanza che piace a tutti.
Sicuramente per molti questo è il giorno dell’arrivo della Befana che porta i dolcetti ai più giovani, ma in realtà il significato che c’è dietro l‘Epifania è molto più prezioso di un sacchetto di dolci. Infatti quello è solo una metafora del viaggio compiuto dai Re Magi che hanno portato al Bambino Gesù i doni per la sua nascita. Sono tantissimi online i messaggi lanciati sui social network da personaggi del mondo religioso, tra questi c’è anche Antonio Spadaro che è il direttore della rivista La Civiltà Cattolica. Questi su Twitter ha scritto: “I Magi non si misero in cammino perchè avevano visto la stella, ma videro la stella perchè si erano messi in cammino. Papa Francesco“, clicca qui per il tweet e per i commenti dei follower. Un messaggio che Antonio Spadaro ha ripreso da Papa Francesco che in questi giorni ha fatto capire a tutti l’importanza di un momento come questo.
Non viene scritto nel Vangelo e neanche negli Atti degli Apostoli, eppure la tradizione attribuisce ai Re Magi tre nomi certi che rispondono a Melchiore, Gaspare e Baldassarre. Ma perché allora questi nomi? Studiosi e analisti del cristianesimo hanno studiato nel corso della storia la provenienze di questi tre nomi sorti sia da Vangeli Apocrifi che più tardi anche con gli scritti di Marco Polo. Melchiorre era il più anziano e rappresentato con lineamenti più europei: per alcuni il nome deriva da Melech che significa Re, per altri ha radici semitiche e corrisponde al re della luce. Il re “più giovane” era invece Baldassarre, di carnagione scura e con un nome che rimanda al grande re Balthazar di Babilonia da cui probabilmente proviene anche quel personaggio misterioso che si unì al viaggio degli altri due studiosi “magi”, Melchiorre e appunto Gaspare, il terzo re “di mezzo” signore di Saba o Signore del Tesoro (detto appunto Jasper). Il Cristianesimo li dipinge come sovrani, nel senso di uomini sapienti e simbolo dei popoli del mondo conosciuti all’epoca. Oggi insomma, è la loro festa, nel ricordo della loro adorazione davanti al bambino Gesù.
Nel giorno dell’Epifania, per ricordare i Re Magi, il loro viaggio e il loro omaggio al Cristo fattosi bambino, Papa Francesco ha coniato un neologismo tutto suo per esprimere il sentimento e la profonda commozione per questa “manifestazione” di Dio nelle nostre vite. Nella Basilica di San Pietro è stato ricordato questa mattina il racconto evangelico dei tre Magi che arrivarono a Betlemme dopo un lungo pellegrinaggio per adorare un piccolo “re” in una grotta povera. «ll credente ‘nostalgioso’, spinto dalla sua fede – ha detto il Pontefice argentino –, va in cerca di Dio, come i magi, nei luoghi più reconditi della storia, perché sa in cuor suo che là lo aspetta il suo Signore. Va in periferia, in frontiera, nei luoghi non evangelizzati, per potersi incontrare col suo Signore; e non lo fa affatto con un atteggiamento di superiorità, lo fa come un mendicante che non può ignorare gli occhi di colui per il quale la Buona Notizia è ancora un terreno da esplorare». Secondo Bergoglio, che conia così un nuovo termine a partire dal suo “fantasioso” italiano, rende con tenerezza l’idea della dimensioni di educazione che i magi possono dire ancora oggi alle nostre esistenze, nel 2017: «Questi uomini hanno visto una stella che li ha messi in movimento. La scoperta di qualcosa di inconsueto che è accaduto nel cielo ha scatenato una serie innumerevole di avvenimenti. Non era una stella che brillò in modo esclusivo per loro né avevano un DNA speciale per scoprirla. L’eccezionale è l’essere aperti a una novità. In ogni credente è un po’ un Re Magio quando si muove per varcare la soglia, un limite, e andare in periferia, in frontiera, nei luoghi non evangelizzati, per potersi incontrare col suo Signore; senza avere un atteggiamento di superiorità, ma come un mendicante che non può ignorare gli occhi di colui per il quale la Buona Notizia è ancora un terreno da esplorare».
Per la grande Festa dei Re Magi a Roma si tiene il tradizionale corteo in costume dal titolo “Viva la Befana” che da 32 anni compie il tradizionale pellegrinaggio da Via della Conciliazione fino a piazza San Pietro, per portare tre doni simbolici al Papa. Per questa Epifania, nonostante il grandissimo freddo nella Capitale, i 1300 figuranti arrivati da tutto il Lazio non si sono tirati indietro e proprio in questo momento sono in viaggio verso la piazza della Basilica cattolica, con migliaia di turisti e curiosi che assistono alla sfilata di pastori, sbandieratori, musicanti, ovviamente tutti dietro ai tre Re Magi che con oro, incenso e mirra richiamano alla memoria del viaggio dei misteriosi magi verso la capanna di Betlemme. Non mancheranno però anche richiami della tradizione popolare, come le tante befane e una carrozza con cavalli; «”arriveranno da Giove, Acquasparta, Amelia, Otricoli e San Gemini. Accompagnati ufficialmente dai loro Sindaci, offriranno a tutte le famiglie di Roma e del mondo frammenti di storia, cultura, tradizioni, prodotti e risorse dell’Umbria meridionale. Un modo nuovo per riempire di contenuti l’antica tradizione del dono che sarà rinnovata anche attraverso quelli simbolici che tre artigiani hanno realizzato per Papa Francesco», spiegano l’evento gli organizzatori di Viva la Befana.
Nella manifestazione della natura divina di Gesù con l’adorazione dei Re Magi c’è tutto il significato religioso dell’Epifania, che si festeggia oggi, venerdì 6 gennaio 2017. Viene ricordato così l’omaggio dei Re Magi a Gesù. La loro visita fu associata per la prima volta all’Epifania dal III secolo, ma chi sono? Secondo la tradizione apocrifa si chiamavano Baldassarre, Gaspare e Melchiorre, ma sono numerose le varianti. Per omaggiare Gesù portarono oro, che rappresenta la regalità, incenso, emblema di divinità, e mirra, simbolo di salvezza. Non ci sono fonti canoniche che attestano la regalità di questi tre personaggi, ma nella tradizione liturgica vengono definiti Re. La festa dell’Epifania è, infatti, legata al Salmo LXXI, secondo cui «il re di Tarsis e delle isole porteranno offerte e i re di Saba e degli Arabi porteranno tributi». Nel tempo, però, questa festa è stata personificata ed è rappresentata dalla Befana, una sorta di vecchia strega buona che la notte tra il 5 e il 6 gennaio porta regali ai bambini buoni o carbone a coloro che non si sono comportati bene.
Il Corteo dei Re Magi è una delle tradizioni più antiche di Milano: viene revocata la loro visita a Gesù Bambino con un corteo accompagnato dalla banda comunale e da figuranti in costume storico. La processione comincia dal Duomo e termina alla chiesa di Sant’Eustorgio, ma prevede una sosta presso la Basilica di San Lorenzo, dove viene ricordato l’incontro dei Re Magi con Erode. Quando il corteo arriva a Sant’Eustorgio viene rappresentata l’offerta dei Re Magi a Gesù Bambino nel presepe vivente, poi c’è il saluto delle autorità civili e religiose alla cittadinanza. L’appuntamento a Milano è, dunque, alle 11, mentre alle 11.15 avviene la benedizione del Corteo. La conclusione della manifestazione – come riportato da Il Giorno – è prevista alle 13, ma le solenni celebrazioni dell’Epifania termineranno alle 17 con la messa vespertina e l’esposizione delle reliquie dei Re Magi, presieduta da monsignor Carlo Faccendini, vicario episcopale per la città di Milano.
La tradizionale Cavalcata dei Re Magi verrà rappresentata anche a Firenze, dove sfileranno circa 700 persone in costume per il solenne corteo. Nel centro storico di Firenze, a partire dalle 14, comincerà la manifestazione, che si concluderà al Duomo, dove il cardinale Giuseppe Betori spiegherà il significato dell’Epifania. Il corteo si rifà ad una tradizione del XV secolo, quando i Santi Re Magi, una compagnia di laici, organizzava un falso corteo, chiamato “Festa de’ Magi”. Questa manifestazione è stata ripresa nel 1997 in occasione dei festeggiamenti dei 700 anni della fondazione della Cattedrale. Come riportato dall’Ansa, i figuranti, che avranno in testa i Re Magi a cavallo, sfileranno in sontuosi abiti ispirati a quelli degli affreschi di Benozzo Gozzoli nella Cappella dei magi in Palazzo Medici Riccardi. Quando i figuranti arriveranno in piazza Duomo, ci sarà la rappresentazione della deposizione dei doni da parte dei Re Magi ai piedi del presepe vivente.