Momenti di tensione nell’aula bunker del carcere delle Vallette di Torino dove è in corso il maxiprocesso che vede imputati 53 attivisti No Tav per gli scontri avvenuti al cantiere di Chiomonte nell’estate del 2011. “Qui non ci occupiamo della legittimità e dell’opportunità della ferrovia Torino-Lione. Ci occupiamo dei gravi disordini provocati il 27 giugno e il 3 luglio 2011 da soggetti che hanno aderito al movimento No Tav, con il ricorso a una violenza estrema e ingiustificata”, ha esordito il pm Manuela Pedrotta nella requisitoria, immediatamente interrotta dalle urla e dagli insulti degli imputati. “Alla vista delle divise – ha aggiunto – i violenti hanno sfogato liberamente i loro istinti primordiali”. Dopo le nuove proteste, il presidente della Corte, il giudice Quinto Bosio, ha dovuto sospendere l’udienza minacciando di continuare a porte chiuse. “La vostra galera non mi fa paura – ha gridato uno degli imputati, Antonio Ginetti – Piazza Fontana e piazza della Loggia sono terrore di Stato. Ma a me paura non ne fate”.