Tornano ad accendersi nuovamente i riflettori sul delitto di Garlasco in cui il 13 agosto del 2007 perse la vita Chiara Poggi, e per il quale è stato condannato a 16 anni di reclusione l’ex fidanzato Alberto Stasi. Intorno alle 17:30 di venerdì pomeriggio Andrea Sempio ha fatto il suo ingresso nella sede della Procura di Pavia, dove per poco meno di un’ora e mezza ha risposto alle domande dei pm. Come fatto filtrare da indiscrezioni giornalistiche, durante l’interrogatorio a Sempio è stato chiesto conto in particolare degli ambienti frequentati a casa di Chiara Poggi, sorella di Marco, di cui Sempio era amico poiché compagno di scuola fin dalle elementari. Come riferito da Il Giorno, Sempio ha risposto che all’epoca con gli amici erano soliti occupare una saletta o la stanza di Chiara, dov’era collocato il pc che usavano i ragazzi per giocare ai videogiochi, visto che Marco non ne possedeva uno suo.
Da qualche mese il delitto di Garlasco è tornato a popolare le pagine di cronaca nazionale in seguito ad un colpo di scena non indifferente e che continua a dare speranza ad Alberto Stasi. Il giovane ex bocconiano e fidanzato di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007 nella sua villetta, è stato condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione per il delitto della ragazza, ma si è sempre proclamato innocente. Al fine di dimostrare la sua estraneità rispetto all’omicidio dell’allora 26enne, è stata la difesa che attraverso una serie di indagini investigative è giunta al nome di Andrea Sempio, il cui Dna sarebbe stato rinvenuto sulle unghie di Chiara Poggi. Da quel momento – poco prima dello scorso Natale – il nome di Sempio, 28enne di Garlasco ed amico del fratello della vittima, è stato iscritto (come atto dovuto) nel registro degli indagati, dando il via al suo incubo, sebbene abbia sempre manifestato una certa tranquillità. La stessa che, come rivela Il Giorno nella sua versione online, sarebbe emersa anche lo scorso venerdì, quando il ragazzo si è recato in Procura a Pavia per essere interrogato. Ad accompagnarlo sono stati i difensori Massimo Lovati, Federico Soldani con il sostituto processuale Simone Grassi. Un interrogatorio tutto sommato lampo, durato circa mezzora, nel corso del quale l’indagato a piede libero per il delitto di Garlasco ha risposto a tutte le domande del procuratore aggiunto Mario Venditti e del pm Giulia Pezzino. Quella dello scorso venerdì è stata per Andrea Sempio l’occasione per ribadire ancora una volta la sua verità sull’omicidio di Chiara Poggi del quale ne sarebbe totalmente estraneo. E’ stata così ripercorsa l’amicizia con Marco, fratello della vittima, che conosce sin dai tempi delle scuole elementari, passando alla conoscenza molto superficiale con Chiara e alla assoluta non conoscenza di Alberto Stasi, del quale ne apprese l’esistenza solo in seguito ai fatti di cronaca. L’attenzione si è focalizzata anche sulle tre brevissime telefonate a casa Poggi eseguite al telefono fisso il 4, il 7 e l’8 agosto del 2007, pochi giorni prima del delitto, mentre Chiara Poggi era da sola in casa. A detta di Andrea Sempio, l’amico Marco lo aveva avvertito della partenza ma non gli aveva mai precisato la data. Lo avrebbe cercato in quei giorni perché il telefonino dell’amico risultava irraggiungibile. Il giorno del delitto di Garlasco, Andrea Sempio ha dichiarato di essere stato a casa, fino alle 10:00, attendendo la madre prima di recarsi in auto presso una libreria di Vigevano. Poi la sua verità sullo scontrino del parcheggio risalente al giorno del delitto di Chiara e rilasciato alle ore 11:18 (la ragazza fu uccisa tra le 9:12 e le 9:35) ma tenuto “segreto” per 14 mesi. Sempio ha spiegato di aver trovato lo scontrino solo dopo il suo primo interrogatorio e su consiglio della madre avrebbe deciso di tenerlo. Quando è stato convocato per la seconda volta per fare chiarezza sulle telefonate, allora il giovane lo portò ai Carabinieri. Le domande a Sempio in Procura non hanno riguardato direttamente la presunta presenza del suo Dna sulle unghie di Chiara quanto la sua conoscenza dei locali di casa Poggi, dove era solito recarsi, compreso l’uso del pc della 26enne e dei videogiochi ai quali giocava con il fratello. Infine, il 28enne ha ribadito anche cosa si celava realmente dietro il messaggio pubblicato su Facebook il giorno della condanna di Alberto Stasi: nessuna frecciatina o messaggio in codice, l’immagine del giovane e della volpe con la frase tratta dal Piccolo principe (“L’essenziale è invisibile agli occhi … non dimenticare il mio segreto”), a sua detta ricalcherebbe semplicemente una delle sue letture preferite.