Mamma beve, bimbo beve: si tratta di una nuova campagna shock contro l’alcool in gravidanza. Nella campagna contro l’alcool in gravidanza, si vede un feto immerso in un bicchiere di spritz. Mamma beve, bimbo beve intende far passare un messaggio molto chiaro: se la donna assume alcol in gravidanza è come se lo assumesse anche il nascituro
“Mamma beve, bimbo beve” è la nuova campagna promossa dall’Ulss 9 sostenuta dalla clinica “Salute e Cultura” della famiglia Benetton, dal Lions Club “E. Duse” di Treviso con il supporto dell’agenzia di comunicazione Fabrica e con l’appoggio degli esercenti di Confcommercio. Una campagna pubblicitaria contro l’alcol in gravidanza per la quale è stata scelta un’immagine molto forte. Un feto immerso in un bicchiere di spritz (l’aperitivo tipico della zona del Nordest) per dire che se la donna assume alcol in gravidanza è come se lo assumesse anche il nascituro. Secondo un’indagine in Italia il 60% delle donne in gravidanza consuma alcolici. Obbiettivo della campagna è dunque sensibilizzare le donne ai rischi che, l’assunzione di alcol in gravidanza, può causare al feto. A livello scientifico non è ancora stata individuata una quantità di alcol sicura per la gravidanza, priva perciò di effetti negativi. In Europa si stima che circa 1 bambino su 100 (fonte Eurocare, European Alcohol Policy Alliance) possa avere problemi legati al consumo di alcool da parte della madre, e raccomanda, secondo il principio di precauzione, l’astensione totale da parte della donna. L’insieme dei danni che può provocare l’alcol assunto in gravidanza è definito disturbo dello Spettro Fetale Alcolico (FASD) che descrive una serie di effetti negativi fisici, psichici e mentali, più o meno gravi. La forma più grave viene individuata come Sindrome Alcol Fetale (FAS), una patologia diagnosticabile anche in età scolare e caratterizzata da malformazioni e ritardo di crescita del bambino, identificata come prima causa di disabilità cognitiva non genetica del mondo occidentale.
I manifesti della campagna saranno affissi soprattutto nei pub ed in quei locali dove si tende maggiormente a far uso di alcol a discapito non solo della propria salute ma anche, in certi casi, del piccolo che si porta in grembo. La campagna “Mamma beve, bimbo beve”, inoltre, fa parte del progetto “Kambio Marcia . In attesa cambia” realizzato dal servizio di alcologia del dipartimento per le dipendenze, in collaborazione con l’Università degli studi di Trieste.