Novità importanti sulle indagini per gli stupri di Rimini: come riporta TgCom24, il gip ha infatti deciso di convalidare l’arresto di Guerlin Butungu, il 20enne congolese accusato di aver violentato al bagno 130 di Miramare, lo scorso 26 agosto, una donna polacca e una trans peruviana insieme a tre minorenni africani facenti parte del suo stesso branco. Il giudice per le indagini preliminari, dopo aver ascoltato per circa un’ora e mezza il congolese, si è sì riservato di decidere la misura cautelare. Lo stesso è avvenuto con i due fratelli marocchini, i primi a consegnari ai carabinieri, sottoposti ad interrogatorio al Tribunale dei Minori di Bologna, e adesso in attesa di conoscere la decisione sulla custodia cautelare in carcere. L’avvocato del 15enne e del 17enne marocchino, Paolo Ghiselli, ha spiegato:”Hanno confermato le dichiarazioni precedentemente rese, hanno risposto alle domande dei magistrati, lasciamogli fare il loro lavoro“. I due sostengono di non aver consumato fisicamente lo stupro: sostengono che la loro parte nella vicenda sia stata quella di tenere ferme le due vittime mentre il congolese le violentava.
IL CONGOLESE NEGA TUTTO
Da parte sua Guerlin Butungu, unico maggiorenne chiamato a rispondere degli stupri di Rimini, nega tutto e ribalta le accuse nei confronti degli altri 3 protagonisti. Se nelle prime ore successive all’arresto aveva detto di essersi addormentato in spiaggia dopo una festa mentre erano stati compiute le violenze sulla donna polacca e sulla prostituta peruviana transessuale, come riporta Il Corriere Adriatico, ora Butungu afferma di essere stato presente alle violenze, ma che a compierle sono stati i tre minorenni. Il congolese sostiene di aver partecipato soltanto al bloccaggio del compagno della polacca, senza però fargli alcun male. L’ultimo protagonista di questa vicenda, il minorenne nigeriano, secondo quanto riporta TgCom24 avrebbe fatto sapere di essere profondamente pentito per quanto fatto. Il 16enne nigeriano, come ha spiegato il suo difensore, l’avvocato Giovanna Santoro, al termine dell’udienza di convalida del fermo al tribunale per i minorenni di Bologna, si è detto dispiaciuto e consapevole della gravità di quanto commesso.