La sentenza del Tribunale sui Tutor continua a fare discutere e arriva al termine di una lunga bagarre e guerra sui brevetti tra il macro organo Autostrade per l’Italia e la piccola azienda toscana Craft: intervistato da Radio Capital, l’inventore del brevetto un tempo chiamato Sicve (poi “rubato” e diventato Tutor) ha spiegato che «ho brevettato nel 2000. Qualche anno dopo si scoprì che “Autostrade per l’Italia aveva un sistema di controllo della velocità media dei veicoli uguale al mio», sottolinea Romolo Donnini, fondatore della Craft, che poi aggiunge «Mi proposero di vendergli il brevetto. Chiesi 1 milione e mezzo di euro, mi offrirono 150mila euro. Ovviamente rifiutai». A questo punto però è difficile ritenere che il sistema garantito e funzionante di Tutor possa essere “smontato” come ha richiesto il Tribunale, con la sentenza già impugnata verso la Cassazione e con l’annuncio immediato di ieri della sostituzione e non della rimozione. Ma le polemiche sono destinate a continuare, specie su chi prenderà le prossime multe per un controllo Tutur e magari vorrà contestare la sanzione proprio per il caos in corso sui brevetti copiati e i Tutor definiti illegali dalla Corte d’Appello. (agg. di Niccolò Magnani)
POLIZIA, “AUTOSTRADE HA FATTO BENE A NON RIMUOVERLI”
La Polizia di Stato ha voluto ringraziare Autostrade per l’Italia per aver scelto di non rimuovere i tutor nonostante la condanna delle sentenza giunta oggi: «siamo grati. È la concreta testimonianza di quanto la sicurezza stradale e la riduzione delle vittime per incidente stia a cuore alla Concessionaria autostradale», spiega una lunga nota della Polizia di Stato a poche ore dalla particolare sentenza che giudica i Tutor autostradali di fatto illegali per una lunga diatriba sui brevetti copiati. Secondo le forze dell’ordine, «Il Tutor, infatti, rappresenta uno dei migliori strumenti per garantire la sicurezza stradale e l´incolumità dei conducenti. Il sistema è particolarmente efficace nel modificare i comportamenti di guida scorretti perché sanziona la violazione del superamento della velocità media e non di quella istantanea e, quindi, non punisce occasionali eccessi del limite di velocità. È per questi motivi che ringraziamo ancora la società per la scelta di procedere al pagamento della penale, pur di mantenere in ‘vita’ il Tutor, proseguendo nell´opera di riduzione delle vittime in autostrada, in attesa dell´installazione del nuovo sistema». Ora non resta che capire in che modalità e con che tempistica nei prossimi mesi verranno sostituiti tutti gli apparecchi Tutor presente sulle autostrade italiane. (agg. di Niccolò Magnani)
SENTENZA CONTRO AUTOSTRADE: “TUTOR VANNO RIMOSSI!”
Autostrade per l’Italia sconfitta in tribunale, e per questo costretta a rimuovere al più presto tutti i Safety Tutor, i sistemi di sorveglianza del traffico autostradale poiché costituiscono violazione di brevetto. A dirlo è stata la Corte d’Appello di Roma, venendo a capo di una causa avviata nel lontano 2006 da una piccola azienda di Greve in Chianti, la Craft, fondata da un ex tecnico della Galileo Romolo Donnini, assistito dal professor Vincenzo Vigoriti e dall’avvocato Donato Nitti. Come riportato da La Repubblica, il Tutor installato da Autostrade per l’Italia costituirebbe di fatto una contraffazione del modello originale depositato dalla piccola Craft, che adesso per ogni giorno di ritardo dall’esecuzione della sentenza riceverà 500 euro come sanzione civile nei confronti della società. Inoltre, per il futuro, la Corte d’Appello ha stabilito che Autostrade per l’Italia dovrà astenersi dal fabbricare, commercializzare e utilizzare il sistema in violazione del brevetto. Una vittoria praticamente su tutti i fronti per la l’azienda toscana, che non potrà chiedere risarcimento ad Autostrade, ma potrà proporre di comprare il brevetto.
AUTOSTRADE PER L’ITALIA, “SOSTITUIREMO I TUTOR”
Non pare intenzionata a perseguire questa strategia Autostrade per l’Italia, la quale dopo essere stata sconfitta in Corte d’Appello, in una nota ha annunciato l’intenzione di impugnare la sentenza in Cassazione. Nel frattempo si adatterà e corrisponderà la sanzione civile nei confronti di Craft di 500 euro al giorno: questo, spiega la società, “per mantenere attivo il sistema attuale fino alla sostituzione e evitare che vengano annullati i benefici del Tutor che ha ridotto del 70% il numero di morti sulla rete autostradale“. Il Tutor, capace di leggere le targhe e di calcolare i tempi di percorrenza rileva le violazioni dei limiti di velocità, verrà sostituito da un nuovo sistema di sorveglianza nell’arco di tre settimane, diverso ovviamente da quello brevettato Craft. Autostrade per l’Italia in ogni caso sottolinea in una nota che “la decisione della Corte d’Appello di Roma riconosce che non c’è stato alcun arricchimento da parte di Autostrade per l’Italia, non avendo la concessionaria ottenuto alcun vantaggio economico dall’utilizzo del sistema che ha come unico obiettivo quello di tutelare la sicurezza dei clienti, né alcun danno per Craft. Pertanto, la sentenza di oggi non prevede alcun indennizzo a beneficio di Craft per l’utilizzo del sistema”.