Massimo Cacciari, intervistato da Carlo Brambilla, definisce il discorso del Papa di ieri al corpo diplomatico «retrogrado e deludente»
Cacciari attacca duramente il Papa. Che, secondo l’ex sindaco di Venezia, non avrebbe parlato «delle cose di cui deve parlare» nel suo ultimo discorso e si sarebbe perso in cose che non contano niente. Di cosa non avrebbe parlato Ratzinger? Per Cacciari degli «immigrati che continuano ad annegare», delle «guerre», e della « disoccupazione». Questi, per il filosofo, i temi di cui si dovrebbe occupare il Pontefice.
Inutile, poi, il richiamo ai pericoli dell’educazione sessuale fatta in certi Paesi europei, che minerebbe la libertà religiosa. «Non so proprio a cosa si riferisca il Papa. So però che un minimo di educazione sessuale nelle scuole sarebbe tutt’altro che un male»: così Cacciari liquida la questione.
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A chi gli fa presente che Ratzinger teme la cultura dell’aborto, poi, risponde: «Ma per favore… Nessuno incita all’aborto. Nessuno crede che l’aborto sia un bene». Cacciari, sempre in polemica con il Papa afferma che sebbene l’obiezione di coscienza sia lecita, «è altrettanto giusto, se esiste una legge secondo cui una donna può abortire in determinate circostanze, che questo diritto sia garantito. Non può esserci un’obiezione generalizzata».
Una battuta sul crocefisso, infine, dove Cacciari rivela le sue mire… «Se io fossi il Papa», esordisce, infatti, «sarei il primo a volere che il crocefisso non fosse esposto in luoghi.