Igor Vaclavik a Vergiano: la segnalazione è avvenuta alle 7 di questa mattina, quando è partita una telefonata al 112 riguardante un uomo somigliante al killer di Budrio. Sarebbe stato avvistato in un casolare abbandonato lungo la Marecchiese, a Vergiano, quindi i carabinieri si sono immediatamente mobilitati per organizzare un blitz sul luogo segnalato. Il residente ha descritto un uomo con zainetto e sacco a pello che si aggirava con fare sospetto nel Marecchiese, entrando poi nella struttura diroccata. Una trentina di militari con giubbotto antiproiettile sono piombati sul posto sperando di mettere le mani su Igor Vaclavik, il Russo: hanno circondato il casolare e poi hanno fatto irruzione dentro, ma non hanno trovato nessuno né tracce del criminale ricercato da giorni nelle campagne di Ravenna, Bologna e Ferrara. Il controllo è durato un paio di ore ed è emerso che il soggetto segnalato in realtà è un senzatetto noto alle forze dell’ordine. Si è trattato, dunque, di un falso allarme, come riportato da NewsRimini. (agg. di Silvana Palazzo)
Mentre prosegue la caccia a Igor Vaclavik, il killer di Budrio, si sono svolti oggi i funerali della guardia uccisa dell’omicida in fuga. La cerimonia funebre si è tenuta nella Chiesa di Ospital Monacale di Argenta, in provincia di Ferrara. Qui è arrivato il feretro del 62enne Valerio Verri: al suo arrivo, come riporta Tgcom24, la folla riunita per i funerali lo ha accolto con un lungo silenzio. Tra di loro c’erano tanti cittadini, volontari della Protezione civile e guardie ecologiche. Ai funerali ha partecipato anche il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. Valerio Verri era appunto una guardia ecologica volontaria e Igor Vaclavik lo ha ucciso sabato scorso a Portomaggiore. Igor Vaclavik è ricercato dai carabinieri anche per l’omicidio del barista di Budrio, Davide Fabbri. Dopo una settimana di ricerche il latitante non è ancora stato trovato: le forze dell’ordine lo stanno cercando tra le valli e i corsi d’acqua a nord di Budrio, comune del Bolognese. E le ricerche del killer non si fermeranno nemmeno nei giorni di Pasqua e Pasquetta, le festività che si celebrano domani domenica 16 e lunedì 17 aprile.
A parlare di Igor Vaclavic, il più pericoloso ricercato in Italia, è stato in queste ore il Comandante Alfa, uno dei fondatori del Gis. A riportare le sue dichiarazioni è Il Messaggero Veneto che rivela nel corso di un incontro a Udine: “Non è facile catturare un uomo che conosce bene il territorio in mezzo a tante cascine abbandonate. Ma la tecnologia, prima o poi, consentirà di intercettarlo e a quel punto entrerà in azione il gruppo di intervento speciale”. Il Comandante si è detto certo della fine di questa terribile vicenda legata a Igor il russo: “Sarà lui a decidere se combattere e morire o arrendersi”. Le ricerche intanto continuano e riguardano anche un presunto complice dello spietato killer di Budrio e Portomaggiore, ma il Comandante Alfa ha voluto lanciare anche un messaggio agli italiani affinché siano tranquilli rispetto a questa vicenda. Intanto nei giorni scorsi a parlare è stato anche un ex compagno di cella del serbo 41enne che ha dichiarato: “Igor è come Rambo, disposto a morire”. E lo starebbe dimostrando proprio in questa lunga quanto estenuante settimana di intensa fuga. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Mentre proseguono le ricerche dello spietato killer Igor Vaclavic, gli inquirenti indagano al fine di scoprire la rete di relazioni di Norberto Feher (questo il suo vero nome). Nelle loro mani, come rivela Corriere di Bologna nella sua edizione online, ci sarebbe un numero di telefono che potrebbe raccontare molto. Il dispositivo è stato spento pochi giorni prima del delitto del barista di Budrio, Davide Fabbri. Ovviamente non potrà fornire informazioni su quella tragica notte ma potrebbe invece rivelare molto di più sulle persone che erano in contatto con Igor il russo, ora latitante super ricercato. La convinzione degli inquirenti, infatti, è che tra l’omicidio di Budrio e quello di Portomaggiore Igor Vaclavic possa essersi fatto aiutare da qualcuno. “Un uomo in fuga che dal 2015 si è lasciato dietro una lunga scia di delitti non può aver fatto tutto da solo, può sicuramente godere di complici e fiancheggiatori”, aveva detto nei giorni scorsi Valerio Giardina, comandante provinciale dei Carabinieri di Bologna. Il telefono in questione non è intestato al killer ma gli inquirenti sanno per certo che veniva usato da lui. Ora, il lavoro degli inquirenti si concentra proprio sui contatti presenti, sulle telefonate ricevute ed effettuate e sulle celle agganciate nel periodo di utilizzo. Ora la caccia si estende ed oltre a Igor le Forze speciali di esercito e carabinieri sono alla ricerca del presunto complice, un lui o una lei che, dopo il delitto di Budrio, si sarebbe occupato del 41enne serbo, nascondendolo in casa e forse comprando per lui alimenti e garze per curare le ferite inferte da Fabbri. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Prosegue la caccia a Igor Vaclavic, il serbo 41enne che si è macchiato di almeno due delitti ed in fuga dallo scorso sabato. L’uomo continua a destare enorme paura in tutta la zona del Ferrarese e non solo, proprio per la sua enorme pericolosità. Intanto si fanno strada ipotesi e congetture relative al luogo nel quale avrebbe potuto trovare riparo. Tanti i giacigli di passaggio già individuati dalle Forze Speciali, nei pressi degli argini, un posto idoneo per permettere la fuga e il nascondiglio perfetto a Nobert, meglio noto come Igor il russo. I cani molecolari ne hanno scovato uno nel podere di un uomo, a Marmorta di Molinella. L’agricoltore ha raccontato a Il Resto del Carlino: “La sera, dopo il secondo omicidio, si tuffava in acqua a ogni passaggio dell’elicottero a infrarossi. Così, mi hanno spiegato, è riuscito a nascondersi”. Proprio i canali rappresentano la salvezza del killer super ricercato, con un’ampia conoscenza del territorio ed in grado di far perdere in questo modo le sue tracce ai cani molecolari. Per gli investigatori Igor è in grado di muoversi con destrezza, percorrendo i canali e respirando tramite una canna di bambù. Dall’inizio delle ricerche la vita dell’agricoltore è cambiata: “Ogni giorno la proprietà è meta fissa dei tutti quelli che lo cercano. Sono sempre qui per fare controlli e cercare tracce. Non posso annaffiare le piante e neanche tagliare l’erba per non inquinare eventuali indizi”. Il timore dell’uomo è che Vaclavic possa avere presto bisogno di vivere che potrebbe cercarli proprio nella sua proprietà, mettendo a rischio così la sua vita e quella della sua famiglia. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Una rapina tra l’omicidio di Budrio e quello di Portomaggiore ed altri delitti messi a segno da Igor Vaclavic: potrebbe aggravarsi ancora di più la posizione del 41enne serbo super ricercato in queste ore e che non sembra aver lasciato dietro alcuna traccia di sé. Il Dna ha confermato che ad uccidere Davide Fabbri e, a distanza di pochi giorni, Valerio Verri è stato proprio Nobert Feher, meglio conosciuto come “Igor il Russo”. Ora però emerge l’ombra di altri spietati omicidi messi a segno dallo stesso soggetto in tre province emiliano romagnole da lui scelte per realizzare tutti i suoi colpi. E’ quanto emerso dal quotidiano Repubblica.it che apre la pista del serial killer. Dopo i casi di Budrio e Portomaggiore, diverse procure avrebbero acceso i riflettori su altre morti che potrebbero essere addebitate proprio all’uomo, ora ricercato da centinaia di uomini delle Forze speciali. Tra le altre potenziali vittime di Igor Vaclavic potrebbe essersi anche il pensionato Pier Luigi Tartari. E’ il 9 settembre 2015 quando nell’abitazione dell’uomo fece irruzione una banda dell’Est Europa che lo legò, massacrandolo di botte fino alla morte. I tre responsabili, tutti appartenenti alla banda di “Igor il Russo” furono individuati e condannati per omicidio aggravato con due ergastoli e una pena a 30 anni. Norbert non prese parte alla rapina di Aguscello ma dalla casa della vittima sparirono due fucili da caccia che, secondo gli inquirenti, furono consegnati proprio a Igor dai suoi compagni. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
A Igor Vaclavic potrebbe essere attribuita anche l’aggressione a scapito di una guardia giurata, sempre nel Ferrarese, avvenuta il 30 dicembre 2015. La vittima, Salvatore Chianese fu uccisa in un agguato a colpi di fucile in pieno volto. L’inchiesta fu aperta contro ignoti ma ora non si esclude che anche dietro il nuovo fatto di sangue possa esserci la mano di Igor poiché quanto accaduto nel 2015 appare, agli occhi degli stessi inquirenti, un’anticipazione del modus operandi del serbo. Il mese scorso, nelle medesime modalità un uomo con chiaro accento dell’Est assalì e derubò della sua arma una guardia giurata nei pressi di Argenta, zona nella quale ora si concentrano le ricerche di Igor Vaclavic. Dei delitti finora citati e tutti avvenuti nella zona del Ferrarese, Norbert sembra esserne sempre il diretto responsabile. Prima di contestargli altri reati, gli inquirenti attendono la sua cattura che, come anticipato nei giorni scorsi, potrebbe richiedere molto tempo, anche fino a due settimane. Igor al momento risulta infatti ancora ricercato ma soprattutto pericoloso e capace di uccidere ancora. Irreperibile da una settimana esatta, quasi certamente potrebbe essersi nascosto da qualche parte nelle valli e nelle paludi tra Portomaggiore, Argenta e Molinella. Un luogo che lui conosce perfettamente e che sa domare senza problemi. Non si esclude infatti che si stia spostando con estrema facilità attraverso i canali, con il chiaro intento di raggiungere il Mare Adriatico in una corsa contro il tempo e contro oltre 800 uomini che da giorni sono sulle sue tracce. (Aggiornamento di Emanuela Longo)