Torrevecchia, Primavalle, Casalotti e Borgata Ottavia: sono alcuni dei quartieri di Roma interessati dalla maxi-operazione anti-droga messa in atto dal nucleo investigativo della Capitale coordinata dal pool Antimafia della Procura di Michele Prestipino. Quintali di sostanze stupefacenti sequestrate ad un’organizzazione di pusher che si muoveva su tutto il territorio, con legami in almeno 6 regioni italiane. Come riferisce La Repubblica, fra Roma, Napoli, Reggio Calabria, Spoleto, Rieti e Lecce, e addirittura in Spagna e a Panama, è andata in scena una maxi-retata che i militari del Comando Provinciale, con l’aiuto della Guardia Civil Spagnola, hanno condotto per dare esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare per 54 persone emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Gli indagati sono chiamati a rispondere a vario titolo di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, traffico e detenzione illegale di stupefacenti con l’aggravante delle modalità mafiose di cui all’art. 7.
L’indagine che ha dato vita ad una serie di arresti e di perquisizioni tuttora in corso, è stata avviata dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, che hanno accertato l’esistenza di un’associazione criminale che deteneva il monopolio dello spaccio di ingenti quantità di cocaina, marjuana ed hashis nel quartiere capitolino di Montespaccato. Dall’inchiesta è emersa anche la contiguità con alcune cosche della ‘ndrangheta: un secondo gruppo criminale, infatti, impegnato nel traffico di stupefacenti e operativo nei quartieri romani di Torrevecchia, Primavalle, Casalotti e Borgata Ottavia, vantava nelle proprie fila la presenza di un soggetto di origine calabrese che nonostante si fosse stabilito da tempo a Roma non aveva mai interrotto i rapporti con la ‘ndrina Filippone-Bianchino-Petulla operativa a Cinquefrondi (RC) e Melicucco (RC), federata alla ‘ndrina Bellocco di Rosarno (RC). Per far sì che la droga giungesse in Italia, gli spacciatori erano soliti nasconderla all’interno della struttura metallica di alcuni particolari macchinari. Il valore della droga sequestrata è pari ad 1,3 miliardi di euro.