Roberto Baggio trascina gli animalisti in tribunale. Il Divin codino ha fatto causa all’associazione “100% Animalisti” per le offese che gli hanno rivolto a causa della sua passione di cacciatore. Si è aperta lunedì a Padova l’udienza del processo per diffamazione intentato da Baggio nei confronti del leader dell’associazione, Paolo Mocavero. Il giudice monocratico, constatando la mancata notifica all’imputato del decreto di citazione a giudizio, ha rinviato l’udienza al 18 giugno. L’ex fuoriclasse, preso di mira per le sue posizioni a favore della caccia, un’attività che peraltro pratica da sempre, era stato contestato con striscioni offensivi esposti davanti alla sua villa di Caldogno (Vicenza), poi è stato vittima di insulti pesanti in Rete. Mocavero ha rincarato la dose a “La Zanzara” su Radio 24: «Ho parlato di viaggi della morte perché lui va spesso in Argentina dove ha una riserva per uccidere gli animali. Dunque sono viaggi della morte». Il leader del movimento animalista non ha alcun timore: «Il processo? Chissenefotte, sono querele per diffamazione mica perché ho spaccato la testa a qualcuno».
“SE ROBERTO BAGGIO MUORE CACCIANDO, FESTEGGIO”
Aveva parlato di “viaggi della morte” di Roberto Baggio in Argentina e lo aveva definito “buddista col fucile”, per questo l’ex campione ha denunciato per diffamazione Paolo Mocavero. Il leader di “100% Animalisti” ha rilanciato le accuse: «È uno che uccide animali. Non è solo un assassino, è un grande assassino». Nell’intervista a Radio 24 ha spiegato che tutti i cacciatori sono assassini, ma il Divin Codino «di più perché ha un’immagine dunque maggiori responsabilità». Parole forti quelle di Mocavero, secondo cui «l’unico cacciatore buono è solo quello morto». L’esponente animalista ha alzato i toni dello scontro: «Mi auguro la morte di ogni cacciatore, anzi brindo ogni volta che qualcuno muore. Se Baggio muore durante una battuta faccio lo stesso, vado al funerale con lo champagne in mano». Mocavero, militante di estrema destra e candidato di Forza Nuova a Padova, ha poi minacciato Giuseppe Cruciani, conduttore noto per le sue battaglie anti-vegane e a favore della caccia. «Se vai in radio con gli animali morti è provocazione. Se ti incrocio per strada, se avrò questa fortuna vediamo se ripeti certe cose. Mi hanno detto alcuni miei informatori che ti vedono ogni tanto alla stazione di Milano. Se ho il culo di incontrarti…».