Trenta giorni e poi sarai ucciso, gli disse l’indovino. Giulio Cesare deve aver vissuto male quei giorni che secondo le leggende e la storiografia portarono alle idi di marzo, il giorno quindicesimo del calendario romano. Il calendario romano non numerava i gironi come facciamo noi in progressione, ma aveva tre date principali (il primo giorno del mese, le calende; le none, al quinto giorno del mese, e le idi, a metà mese; ma solo a marzo, maggio luglio e ottobre, negli altri mesi cadevano il tredicesimo giorno; i giorni si indicavano come il primo giorno dopo le calende eccetera). Tiranno, dittatore o grande innovatore, di Giulio Cesare si discute ancor oggi, dopo che i massimi poeti e pittori lo hanno raccontato, primo fra tutti Shakespeare nella sua celeberrima opera poi ripresa nel film con Marlon Brando. Sta di fatto che il conquistatore della Gallia cadde vittima di una congiura ordita dall’ex amico Bruto (che Dante sprofondò come traditore insieme a Giuda direttamente in bocca a Satana) proprio oggi, nel 44 avanti Cristo.