E’ stato rintracciato ed arrestato il presunto assassino di Miracle Francis, la giovane nigeriana uccisa presso il Cara di Mineo la notte di Capodanno. Come riporta TgCom24, si tratta di Bill Francis, compagno della vittima, 30enne originario del Mali ma che vive nel Nord Italia, a quanto pare tornato al solo fine di convincere la donna ed i figli di 8 e 6 anni a trasferirsi con lui. Dopo essere stato sottoposto ad un lungo interrogatorio, alla fine è stato fermato con l’accusa di omicidio volontario. Sarebbe stato lui, secondo gli inquirenti, ad uccidere la mamma 26enne con un fendente alla gola. Stando a quanto riporta LiveSicilia, l’arma del delitto, un coltello di 13 centimetri, è stata rinvenuta accanto al corpo della nigeriana ancora sporco di sangue. Grazie alle indagini della Squadra Mobile e del Commissariato di Caltagirone è stato possibile rintracciare in breve tempo il marito della giovane, tornato al Nord e che proprio nei giorni scorsi si era presentato al Cara di Mineo per convincere moglie e figli a seguirlo. Proprio i due bambini avevano lanciato l’allarme dopo essersi accorti del corpo della madre morta, riverso sul pavimento.
NIGERIANA UCCISA AL CARA DI MINEO: COMPAGNO INTERROGATO E FERMATO
Secondo una prima ricostruzione, Bill Francis avrebbe colpito la moglie con un solo fendente, così violento da non lasciarle scampo e successivamente si sarebbe dato alla fuga verso Catania, dove nella giornata di ieri è stato rintracciato e fermato. Il presunto assassino sarebbe stato incastrato dalle testimonianze importantissime dei due figli della vittima, sentiti con il supporto degli psicologi ma anche per mezzo degli accertamenti eseguiti sulle celle che avrebbe agganciato il suo cellulare e che hanno permesso di localizzarlo a Catania. Qui, grazie anche alle foto segnaletiche e ad una fitta rete di controllo, è stato possibile procedere al fermo avvenuto nei pressi di un internet point dove stava cercando di recuperare una somma di denaro probabilmente con l’intento di fuggire all’estero. Trasferito negli uffici della Mobile il 30enne è stato sottoposto ad un lungo interrogatorio durante il quale però non avrebbe risposto ad alcuna domanda, nonostante il supporto linguistico di un interprete. Si sarebbe però limitato a smentire di essersi mai recato al Cara di Mineo. L’attenzione degli inquirenti si sarebbe però concentrata su alcuni graffi e abrasioni presenti sul corpo del presunto omicida e compatibili con il tentativo di difesa della donna uccisa. Insieme ad essi ci sarebbero al vaglio anche i vestiti dell’indagato, sequestrati a sottoposti all’attenzione della Scientifica. E’ attesa per le prossime ore l’udienza di convalida del fermo disposto dalla procura di Caltagirone.