I giudici della quinta sezione penale del Tribunale di Roma si sono espressi ieri in merito alle gravissime accuse a carico di Stefano Ricucci sorte in seguito agli accertamenti eseguiti dopo il fallimento della società Magiste International. L’immobiliarista è stato assolto dall’accusa di bancarotta fraudolenta, aggravata dalla distrazione e dissipazione di circa un miliardo di euro. Lo riporta Il Sole 24 ore che spiega come il Tribunale di Roma, nell’emettere la propria sentenza, avrebbe accolto le richieste avanzate dai difensori di Ricucci rigettando al tempo stesso quanto chiesto dalla procura che invece auspicava in una sua condanna. In particolare, erano ben 26 i capi di accusa a carico dell’immobiliarista, tra cui alcuni trasferimenti indebiti di somme di denaro. Lo stesso Ricucci veniva considerato il “dominus” di un unico gruppo composto da più società che eseguivano operazioni di trading immobiliare e finanziario lecite. Gli accertamenti avevano preso il via proprio dopo il fallimento della società Magiste International avvenuto il 19 gennaio del 2007. Oltre a Ricucci, i giudici hanno assolto anche altre nove persone tra cui compare, come riporta Corriere.it, la madre Gina Ferracci, l’ex commercialista di fiducia Luigi Gargiulo, Fabrizio Lombardo, l’ex cognato Francesco Bellocchi, gli ex componenti del collegio sindacale della Magiste Real Estate, l’ex amministratore unico della Visconti 2000, e un ex componente del cda di Magiste spa.
STEFANO RICUCCI ASSOLTO: IL COMMENTO
Subito dopo la sentenza del Tribunale di Roma, non si è fatta attendere la replica di Stefano Ricucci che in una nota ha spiegato: “Ritengo doveroso rivolgere un ringraziamento ai magistrati del Tribunale di Roma che con grande serenità e professionalità hanno esaminato migliaia di atti del giudizio, esprimendo il loro convincimento nella sentenza assolutoria odierna”. L’immobiliarista ha ringraziato anche i suoi avvocati difensori e tutti gli esperti in diritto che si sono impegnati nella sua difesa. “Oggi sono stato assolto da ogni addebito e con formula piena, all’esito di un lungo e complesso giudizio, che mi vedeva imputato del delitto di bancarotta fraudolenta con riferimento a due importanti società del mio gruppo. Società che, peraltro, sono attualmente in bonis”, ha quindi aggiunto, mettendo così la parola fine ad un lungo e travagliato capitolo giudiziario che lo ha visto protagonista.