E se il delitto atroce di Luca Varani per mano di Manuel Foffo e Marc Prato fosse stato già previsto trent’anni prima? E’ la tesi avanzata dallo studioso di cinema e scrittore Emanuele Pecoraro, come riporta oggi il sito “Termolionline.it”. Secondo Pecoraro, già in una pellicola del 1986 ed uscita nelle sale cinematografiche l’anno seguente sarebbero stati anticipati i terribili fatti accaduti lo scorso 4 marzo nell’abitazione di Foffo, nella periferia romana. Nel film in questione sarebbero racchiuse le medesime dinamiche e le motivazioni psicologiche che avrebbero spinto Manuel Foffo e Marc Prato ad uccidere Luca Varani. Si tratta della pellicola dal titolo “La trasgressione”, il cui titolo originale è “Cattivi Pierrot”, scritta, prodotta ed interpretata da Pierfrancesco Campanella. La storia alla base del film è quella di due giovani ritenuti “normali” e conosciutisi casualmente, che trovano piacevole uccidere persone che incontrano sulla loro strada, senza un motivo particolare se non quello di compensare le relative frustrazioni. “Fragilità, alienazione, impotenza, mancanza di valori danno quindi la stura alla violenza più incontrollata. Il tutto “condito” con droga, sesso estremo e perversioni di ogni tipo”, si legge sul sito, rendendo ancora più forte il paragone con il recente fatto di cronaca nera.
Sono le durissime parole dei genitori di Luca Varani nei confronti di Manuel Foffo e Marc Prato oggi, ad essere riprese da tutti gli organi di stampa. Al quotidiano “La Stampa”, i famigliari del 23enne ucciso lo scorso 4 marzo non vogliono sentir parlare di perdono nei confronti degli assassini del giovane, ma anzi invocano la pena di morte respingendo la volontà del padre di Manuel Foffo di volerli incontrare. Nel corso del colloquio con il quotidiano torinese, inoltre, è intervenuta anche la zia di Luca Varani, la quale si è augurata, se non proprio la pena di morte quantomeno l’ergastolo a carico dei due assassini del nipote: “Ma l’ergastolo vero, quello per cui non si esce più dal carcere. Perché adesso quei due vogliono passare per pazzi o esauriti e così possono avere uno sconto di pena. E noi qui con il nostro dolore immenso. Dolore, dolore, e ancora dolore”, ha asserito.
Tra le ipotesi dei pm che indagano sull’omicidio di Luca Varani, il 23enne seviziato fino alla morte da Manuel Foffo e Marc Prato, ci sarebbe la messa online dei video che immortalano le torture e poi il delitto a carico della povera vittima. Ipotesi oltremodo inquietante ma che non può essere trascurata. Per tale ragione, secondo quanto riportato dal sito de “Il Fatto Quotidiano” che cita a sua volta il “Corriere della Sera”, la Procura di Roma ha disposto il sequestro del pc di Prato. Sebbene il dispositivo non fosse a casa del complice Foffo la sera dell’indicibile omicidio di Luca Varani, potrebbe contenere il video delle sevizie e la successiva messa in rete “attraverso i canali (siti, social) ‘specializzati’ nella ripresa di pratiche sessuali estreme e del relativo scambio di immagini”. Di questo dovranno rispondere i due indagati, ora in manette, Manuel Foffo e Marc Prato al cospetto del pm Scavo durante gli interrogatori in programma nelle giornate di oggi e domani. Nei giorni scorsi, Foffo avrebbe chiesto al pm di porre sotto sequestro ed analizzare anche i cellulari di Prato, nei quali ha ammesso di aver visto video contenenti “stupri di donne e atteggiamenti pedofili”.
Interrogatori e indagini parallele a Manuel Foffo e Marc Prato, i due complici nell’orribile delitto di Luca Varani a Roma; oggi, alle 15.30, sarà la volta di Manuel rispondere alle accuse ricevute da Marc sulla colpevolezza e su fatti di quella notte tragica in via Giordani. In sede di convalida dell’arresto, il pr gay ha dichiarato di fatto che quasi tutte le torture e i colpi inferti a Varani sono stati compiuti da Foffo. «Non ho mai toccato i coltelli, ho cercato di fermarlo ma non ci sono riuscito perché ero sovrastato da tutto, ero in balia. L’unica cosa che ho fatto è aver tentato di soffocarlo: Luca non moriva ma soffriva tanto, io volevo mettere fine alle sofferenze di Luca. Non ce la facevo più a sopportare tutto questo». Intanto tramite i colleghi di Repubblica, veniamo a sapere che ad indagini ancora in corso il fascicolo è stato secretato. Una misura che potrebbe preludere ad una svolta nell’inchiesta e che dovrebbe almeno tutelare i prossimi interrogatori con possibili fughe di notizie, come invece avvenuto finora.
Il caso del delitto di Roma non si placa, con Manuel Foffo e Marc Prato, i carnefici di Luca Varani, che provano ancora a gettare colpe l’uno verso l’altro per evitare una pena che rischia di essere davvero pesantissima. Oggi sulla Stampa rompono il silenzio i genitori di Luca, e lo spazio per la comprensione verso i carnefici è totalmente assente: «Il padre di Manuel Foffo ci vuole incontrare per chiedere perdono? E con quale coraggio si presenterà? Non non vogliamo vedere nessuno. Non non perdoneremo nessuno, anzi, noi chiediamo la pena di morte. E se proprio volete aiutarci voi giornalisti, fate una raccolta firme per chiedere la pena di morte per quei lucidi assassini». Durissimi i signori Varani, distrutti dall’orrendo delitto del proprio giovane figlio e anche dalle voci che si allargano a macchia d’olio sui comportamenti dello stesso Luca; «Era un ragazzo buono, gentile e che ora viene dipinto nel peggiore dei modi e che invece non ha mai fatto male a nessuno. Quei due adesso vogliono passare per pazzi o esauriti e così possono avere uno sconto di pena, e noi qui con il nostro dolore immenso. Dolore, dolore e ancora dolore», perseguono i genitori di Luca Varani.
“Voglio l’ergastolo. La droga e l’alcol sono aggravanti: deve finire questa storia che l’assassino è buono ma problematico. Dobbiamo cambiare le cose ora”. Queste sono le parole di Marta Gaia, la fidanzata di Luca Varani, riportate da Roma Corriere e che si trovano scritte sul suo blog Luce di stella, volte a lanciare un importante appello. Una voce che grida ancora una volta giustizia e che non vuole accettare la versione che Marc Prato e Manuel Foffo, accusati per l’omicidio del giovane romano, siano semplicemente vittime della droga. Dopo la barbarie di cui è stato vittima Luca Varani, nello sconforto e nel dolore, la fidanzata ha trovato come unico appoggio la scrittura, quella forza, così come dimostra il titolo del post, che le ha permesso di mantenere la lucidità. “Ovunque mi giro, vengo definita come una donna forte”, scrive ancora Marta Gaia, “questo dimostra che l’età non conta e che si può essere profondamente maturi a 22 anni e tremendamente irresponsabili a 50”. A leggerla effettivamente ne emerge una figura forte, innamorata di Luca Varani e per questo decisa a lottare per la verità. All’indomani del delitto, il profilo facebook di Marta Gaia è stato oggetto di ricerche da parte di curiosi e giornalisti ed è proprio da lì che la ragazza è partita per raccontare il proprio dolore. Chiede l’ergastolo a gran voce per i due rei confessi dell’assassinio di Luca Varani , sottolineano di non avere la stessa ‘faccia di bronzo’ se così si può chiamare” di chi invece sta cavalcando l’onda mediatica in questi giorni. Marta Gaia si è anche espressa duramente sull’argomento droga ed alcool, per molti vero motivo di una violenza, quella di Manuel Foffo e Marc Prato, che rimane inspiegabile: “sono aggravanti e basta!”. Molte le foto pubblicate sul suo profilo che riprendono la coppia innamoratissima, “anche quelle stupide tanto noi rimaniamo bellissimi”. Non vuole parlare invece Marta Gaia di tutte le ombre che sono emerse riguardo al passato di Luca Varani, affermando che “qualsiasi sia la verità quella la saprà solo ed unicamente Luca. E , ammesso e non concesso che le orribili dicerie siano vere, non si può fare una fine così tragica e lasciare impuniti pazzi assassini”. Infine un augurio ed un appello che rivolge a tutto il mondo e che ancora una volta esprime il suo parere su tutta la vicenda: “Esplora il significato del termine: Deve finire questa storia che poi l’assassino è quello buono però con problemi. Dobbiamo cambiare le cose e cambiarle oraDeve finire questa storia che poi l’assassino è quello buono però con problemi. Dobbiamo cambiare le cose e cambiarle ora”.