Niccolò Bettarini, figlio 19enne di Simona Ventura e dell’ex calciatore Stefano Bettarini, è stato aggredito ieri alle 5 del mattino con nove coltellate all’uscita del locale Old Fashion di Milano. Questa mattina, lunedì, dovrebbe essere sottoposto a un intervento chirurgico al tendine dell’avambraccio, dove è stato maggiormente ferito.
Ieri questa notizia è stata in grande risalto su tutti i media perché Nick — come lo chiamano gli amici — è figlio di due personaggi famosi e lui stesso è ben avviato sulla medesima strada. Tempo fa il ragazzo aveva dapprima puntato sul calcio andando a studiare e ad allenarsi in Inghilterra, ma di recente si era avvicinato al mondo dello spettacolo con interviste in tv e una grande presenza sui social, pur rifiutando partecipazioni ai vari “Grande Fratello” e “Isola dei Famosi”.
Queste circostanze, a prima vista, ce lo possono rendere antipatico. “Se — viene da pensare — il fatto fosse accaduto ad una persona qualsiasi, a me per esempio, nessuno ne avrebbe parlato. Non ne sapremmo nulla. Ecco il solito gossip mangiatutto”.
È vero, naturalmente, che essere famosi — o figli di personaggi famosi — mette sotto i riflettori, ma non sarebbe giusto associare necessariamente Niccolò ad un’immagine negativa. Nessuno di noi merita di essere etichettato, nemmeno “i figli di papà”. Non tutti sono bambini viziati, un po’ indifferenti e magari apatici perché, avendo troppo di tutto, non sanno rimboccarsi le maniche. È proprio la cronaca di questa vicenda a smentire questo stereotipo. La polizia sta indagando ma, nel momento in cui scrivo, pare che la dinamica più probabile sia quella per cui il figlio di Bettarini e della Ventura sia stato ferito per difendere un amico coinvolto in una rissa. Mi pare una grossa luce in mezzo all’amarezza delle morti assurde di giovani in luoghi che dovrebbero essere solo per il divertimento. Nick, sembra, stava solo transitando nelle vicinanze per andare a recuperare la sua automobile quando si è accorto della rissa. E, invece, di voltare la faccia da un’altra parte, si sarebbe generosamente fatto coinvolgere nella difesa di un amico. Le forze dell’ordine diranno, lasciamo solo a loro il compito indagare. Noi asteniamoci: se sono famosi non sono per forza bravi ma neppure sono per forza cattivi. Se proprio dobbiamo dire qualcosa, diciamo bravi a Simona Ventura e al suo ex marito che, nonostante la separazione e le incomprensioni, hanno saputo instillare valori positivi nel loro figlio. Riuscendo a fargli capire che la vita conta più di tutto e bisogna sempre intervenire in aiuto di chi è in difficoltà.