Torna d’attualità il caso legato alla morte di Tiziana Cantone portata al suicidio dopo dei video a luci rosse pubblicati senza il suo consenso che l’avevano lanciata nell’occhio del ciclone. Ora però è arrivato il momento di trovare una regolamentazione che eviti si ripetano situazioni del genere visto che poi quella della Cantone non era solo che una delle tante tragiche storie che vedevano protagoniste situazioni legate a ragazze messe in difficoltà da video fatti circolare su internet. E’ così che è intervenuto Giovanni Pitruzzella presidente dell’Antitrust che ha sottoineato come ci voglia un ente che vigili su bufale politiche o contenuti vietati. Pitruzzella è stato chiaro a Radio Uno durante la trasmissione Radio Anch’io dove ha ribadito ancora una volta la necessità di scendere in campo per una questione più delicata di quanti molti pensino.
Rocco Siffredi ha ricordato Tiziana Cantone: il famoso attore porno ha parlato recentemente della 31enne che si è suicidata dopo la pubblicazione e diffusione in rete di alcuni suoi video hard. Nel corso della presentazione a Il Giornale di “Rocco”, il documentario biografico diretto da Thierry Demaizière e Alban Teurlai, Rocco Siffredi ha spiegato il film non ha avuto successo in Italia per quella doppia morale ipocrita di cui è stata vittima anche Tiziana Cantone. «Erano tutti suoi fan mentre guardavano i suoi filmini, però nel momento in cui c’è stato da renderle la vita impossibile sono stati i primi a farlo, a giudicarla. E la poverina non ha retto e si è uccisa» ha dichiarato il porno divo. Rocco Siffredi ha poi commentato un altro aspetto di questa triste vicenda, quello cioè del recupero di ciò che finisce in rete, quasi impossibile: «Oggi siamo in un’era in cui se fai una foto è online e la vede chiunque, tutto il mondo lo sa. Oggi bisogna stare molto attenti a quel che si mette in rete» ha concluso Rocco Siffredi parlando dello scandalo che ha colpito Tiziana Cantone.
La società napoletana App Ideas Srl ha rinunciato al recupero delle spese legali a carico della madre di Tiziana Cantone, la 31enne che si è suicidata dopo lo scandalo scoppiato per la diffusione di suoi video hard. L’azienda del sito “chiccheinformatiche.com” ha annunciato attraverso una nota di aver rinunciato al recupero delle spese legati dopo essere stata citata in giudizio per la rimozione dei filmati. Dopo aver vinto la causa, App Ideas Srl ha rinunciato, dunque, al rimborso dei cinquemila euro di spese legali. La società partenopea ha spiegato «di aver provveduto in proprio a pagare le spese legali dovute dagli eredi della signora Cantone», nonostante abbia subito «un grave danno economico e di immagine per l’inopinata chiamata in giudizio da parte dei legali della Cantone» e pur non vantando «i volumi d’affari delle grandi corporation» come Google e Youtube. La madre di Tiziana Cantone ammise che la condanna al pagamento delle spese legali – e sono state molte le società citate in giudizio dalla figlia – hanno spinto la 31enne al crollo psicofisico e quindi al suicidio.