Oggi, 16 giugno, la Chiesa cattolica ricorda e celebra la memoria di Sant’Aureliano, vescovo di Arles, in Francia, nel VI secolo d.C. Eletto vescovo nell’anno 546 d.C., Aureliano si mise alla guida della comunità cristiana di Arles e vi restò fino al giorno della sua morte, che lo colse il 16 giugno del 551 d.C., secondo quanto ci tramandano le fonti storiche. Prima del suo arrivo, era stato il predecessore Aussanio ad occupare la sede episcopale della città di Arles. Aureliano fu considerato fin da subito come la persona più adatta a succedergli in quell’incarico e a diventare vicario della sede apostolica della Gallia. Egli poté farsi forza soprattutto dell’appoggio del re franco di allora, Childeberto I, appartenente alla dinastia dei Merovingi. Una volta divenuto vescovo, quando il pontefice in carica era Papa Vigilio (537 – 555 d.C.), Aureliano si dedicò subito alla fondazione di nuovi monasteri, primo fra tutti in ordine di tempo quello maschile dedicato ai Santi Apostoli ad Arles. Alla Santa Vergine egli decise invece di dedicare un secondo monastero, ubicato sempre ad Arles e fondato da Aureliano qualche tempo più tardi. Nell’ambito dei suoi rapporti con papa Vigilio, si ricorda la corrispondenza epistolare che i due si scambiarono quando Aureliano scrisse in prima persona al papa per lamentarsi dell’atteggiamento assunto dalla chiesa in merito ai “tre capitoli” e Vigilio rispose facendo valere le sue ragioni e sottolineando la necessità di restare fedeli alle disposizioni dei concili di Nicea, Calcedonia ed Efeso. Papa Vigilio, in ogni caso, vedeva nel vescovo Aureliano un possibile alleato, da tenere in forte considerazione soprattutto per via dei suoi ottimi rapporti con il re Childeberto I. Fu proprio in virtù di queste considerazioni che egli si rivolse a lui per chiedergli di convincere il re merovingio a porsi come intermediario con il re dei Goti Totila, al fine di distogliere la pericolosa attenzione di quest’ultimo dalla Santa Chiesa di Roma. Nell’anno 549, mentre anche ad Arles imperversava la cosiddetta peste di Giustiniano, Aureliano prese parte al famoso Concilio di Orléans, nell’ambito del quale ci si pronunciò contro l’eresia di Vescovio e di Eutichio. Aureliano morì a Lione nel 551 d.C., il 16 giugno, e trovò sepoltura proprio la Basilica dei Santi Apostoli, da lui fondata. Egli viene menzionato come martire all’interno del Martirologio Romano, il libro su cui si basa il calendario liturgico della chiesa, e il suo emblema è rappresentato dal bastone pastorale, attributo tipico del vescovo, simbolo del pastore che cura il suo gregge così come il vescovo presta attenzione alla sua comunità, e utilizzato soprattutto nell’ambito delle cerimonie più importanti.