Oggi, 5 settembre, la chiesa cattolica festeggia il martire Sant’Alberto Abate. Di questo santo conosciamo purtroppo pochissimi dettagli che riguardino la sua vita. Il suo nome, Alberto, significa “nobile” e ha origine dalla lingua tedesca. Tutte le informazioni biografiche di cui siamo in possesso sono tratte dalle poche fonti scritte esistenti, che non danno notizie dettagliate. Il suo operato e la sua conseguente venerazione sono due aspetti legati entrambi alla diocesi piemontese di Tortona, all’interno della quale è ubicato Butrio, l’eremo di Sant’Alberto. Della chiesa parrocchiale dedicata a Sant’Alberto parlano già le fonti del XVI secolo ed è proprio qui, oltre che all’interno della cattedrale di Tortona, che vengono gelosamente custodite alcune reliquie di Sant’Alberto Abate.
Al di là della verità storica e della carenza di fonti, su Sant’Alberto Abate è stata costruita anche una leggenda molto interessante. Si narra, nello specifico, che l’abate sarebbe stato in grado di compiere il miracolo di trasformare l’acqua in vino. Tale atto miracoloso sarebbe stato messo in atto da Alberto nel momento in cui egli si vide accusato dal Papa di non aver osservato attentamente il digiuno previsto dalla chiesa. Una volta arrivato a Roma, dove avrebbe dovuto prepararsi alla difesa di sé stesso, egli ebbe modo di pranzare alla stessa tavola in cui sedevano anche il Pontefice e alcuni cardinali.
L’abilità di Alberto fu quella di compiere un miracolo senza lasciar trapelare nulla. Egli infatti trasformò l’acqua in vino, lasciando in uno stato di totale stupore tutte le persone che erano presenti e riscattandosi così da ogni precedente e ingiusta accusa. Proprio a questo miracolo a Sant’Alberto è dedicato un affresco che si trova su una delle pareti interne nell’eremo di Butrio, accompagnato anche da una didascalia in cui si legge che alla mensa del papa il santo avrebbe tramutato l’acqua in vino.
La notizia della morte di Alberto e dell’elezione di colui che fu il suo successore viene data anche da papa Gregorio VII, ma si dubita sull’autenticità del documento in questione, che quindi non può essere considerato valido come fonte storica.
In occasione della ricorrenza del 5 settembre, giorno della morte di Sant’Alberto, ogni anno a Butrio viene organizzata una piccola festa patronale. In occasione della festa, alla quale i fedeli tengono molto, si tiene una tradizionale processione che consiste nel portare la statua del santo fino alla sacra grotta dell’eremo. In questo modo si tiene sempre vivo nella mente dei credenti il ricordo di questo santo e martire.
Sant’alberto Abate è il patrono e fondatore di Butrio. Quest’ultimo è un piccolo centro della provincia di Pavia, noto proprio per la presenza sul suo territorio dell’eremo di Sant’Alberto. Questo piccolo angolo di Paradiso è ubicato tra i monti, fra la Liguria e la Lombardia, e pare sia stato realizzato per volere di Alberto stesso, che qui rivestì il ruolo di abate nell’ultimo venticinquennio dell’XI secolo. L’edificio è visitabile ogni giorno, in quanto aperto regolarmente al pubblico e ai fedeli che intendono recarvisi per rendere omaggio a Sant’Alberto.
Nella giornata del 5 settembre di ogni anno il calendario cristiano festeggia oltre a Sant’Alberto Abate di Butrio anche numerosi altri santi. Fra questi vi sono i Santi Aconzio, Nonno, Ercolano e Taurino martiri, Sant’Anselmo di Anchin Abate, San Bertino di Sithiu abate, San Quinto di Capua martire, i Santi Urbano, Teodoro, Menedemo e compagni martiri.