Massimo rispetto per la manifestazione in difesa della famiglia prevista il prossimo 30 gennaio a Roma e per chi vi prenderà parte. Lo ha espresso il presidente del consiglio Matteo Renzi, il più forte sostenitore del ddl Cirinnà, a proposito del Family Day. E a proposito della presenza annunciata di qualche ministro del suo governo, ha detto che sono liberi di andare a qualunque manifestazione essi vogliano. “Dove c’è un popolo c’è sempre da avere massimo rispetto” ha detto ai microfoni di radio Rtl 105 stamattina nel corso di una intervista. A proposito del decreto legge in discussione ha detto che “la legge sulle Unioni civili ci vuole lo chiede la stragrande maggioranza degli italiani”. Sulla cosiddetta stepchild adoption, la norma più discussa dell’intero decreto, ha invece detto che “su questo tema c’è una discussione. Il Parlamento voterà, vedremo se troverà una soluzione alternativa, ma spero che si faccia la legge in un tono civile, evitiamo che sia uno scontro”.
Mancano ormai pochi giorni al Family Day 2016 che si terrà a Roma il prossimo 30 gennaio 2016 nella grande cornice del Circo Massimo, dopo lo spostamento per questioni di numeri alti di presenza da Piazza San Giovanni dove originariamente doveva tenersi la manifestazione in difesa della famiglia. Gli organizzatori del Comitato “Difendiamo i nostri figli” continuano nelle fasi di preparazione mentre la grande polemica che domina negli ultimi giorni riguarda più che la legge sulle unioni civili in discussione in Parlamento il 28 gennaio, l’annuncio della presenza in quanto regione di Lombardia, per decisione del Governatore Maroni. Dopo la notizia che il gonfalone e il simbolo della Rosa Camuna saranno presenti in rappresentanza della Regione Lombardia, sono piovute piogge di critiche un po’ da ogni parte, e come ultimi si aggregano al carrozzone anche la Cgil lombarda che afferma: «Riteniamo sbagliato e inopportuno che la giunta regionale decida di inviare il gonfalone alla manifestazione, così come troviamo deprecabile l’utilizzo di qualsiasi simbolo identificativo della Regione, il Pirellone, per propagandare e sostenere una iniziativa chiaramente di parte come è il Family Day». Secondo la Cgil e altri la regione deve tenere equidistanza da prese di posizioni che non tengono conto delle reali esigenze dei cittadini. Al di là di prendere le parti di uno o dell’altro, resterebbe da capire chi possa decidere realmente quali siano le “vere esigenze dei cittadini”, e da chi soprattuto pretende di impartire “lezioni morali” solo contro battaglie che non condivide.