Uno scontro famigliare quello che coinvolge un ex pentito della Sacra Corona Unita pugliese, Marco Barba, e la figlia Rosalba interrogata ieri nella testimonianza decisiva forse per accusare definitivamente l’uomo ex pentito di giustizia per l’omicidio del marocchino Khalid Lagraidi. Lei lo ha incastrato, come si può leggere qui sotto, ma lui continua a definirsi innocente e rilancia: «non ho ammazzato nessuno, state prendendo un abbaglio. Mia figlia sta coprendo qualcuno che non so, sono pronto ad un confronto con Rosalba per dimostrarlo», aveva detto prima dell’interrogatorio della figlia stessa ieri nell’aula bunker di Lecce. Marco Barba era presente alla deposizione della figlia: giunto dal carcere di Taranto, dov’è detenuto per un’altra vicenda, non ha mai incrociato lo sguardo di sua figlia, schermata durante la deposizione da alcuni carabinieri e agenti di polizia penitenziaria. La ragazza, alla presenza dei difensori, ha ribadito al pubblico ministero Alessio Coccioli e al gip Vincenzo Brancato, le accuse al padre, ripercorrendo le fasi del delitto.
Decisiva la testimonianza della figlia di Marco Barba, ex pentito accusato da Rosalba di aver ucciso e occultato il corpo di un uomo alla fine dello scorso gennaio. Si tratta del 41enne di origine marocchina Khalid Lagraidi, il cui corpo è stato ritrovato proprio grazie alla segnalazione della testimone. In aula, Rosalba Barba ha ripercorso i fatti svolti quel giorno, quando insieme al padre aveva raggiunto Lecce per prelevare la vittima e dirigersi in seguito verso Gallipoli. La ragazza sta guidando l’auto, quando Marco Barba le dice di accostare in un’area vicina al cimitero. I due uomini si allontanano di qualche metro, dove poi l’uomo mostrerà il corpo di Khalid alla figlia Barbara. In quell’occasione, ha rivelato la giovane, come riportato dal Corriere del Mezzogiorno, il padre avrebbe rivelato di aver ucciso il 41enne perché “gli aveva rubato un pezzo di fumo. Poi mi costrinse ad aiutarlo a disfarsi del corpo”. Per eliminare ogni traccia, Marco Barba usò dell’acido che aveva portato con sé ed in cui sciolse il corpo della vittima, lasciandolo nelle campagne di Gallipoli.