Potrebbe diventare il santo patrono di tutti i migranti, San Calogero, vista la sua origine e l’affascinante storia che si porta dietro. Amatissimo ad Agrigento dove è compatrono insieme a san Gerlando, ma molto più amato di lui, è patrono di diverse città siciliane. D’altronde quello di Calogero è uno dei nomi più diffusi e usati nell’isola. Ma soprattutto era un uomo di colore, africano come quegli africani che arrivano oggi da noi. Originario della Tracia giunse in Sicilia verso il 500 dopo Cristo per sfuggire alle persecuzioni, sbarcò a Lilibeo e poi secondo le tradizioni visse da eremita a Sciacca per 35 anni, non prima di aver convertito la popolazione del luogo e dedicatosi a curare i malati. E’ venerato come santo taumaturgo sia dalla Chiesa cattolica che da quella ortodossa. Agrigento gli dedica ben otto giorni di festeggiamenti tra la prima domenica di luglio e la seconda.
SAN CALOGERO “PATRONO” DEI MIGRANTI
Proprio in occasione dell’inizio dei festeggiamenti l’arcivescovo di Agrigento ha dedicato parole forti e commoventi paragonando San Calogero ai moderni migranti. Non solo: li ha paragonati a Gesù: “I migranti, i poveri sono un termometro per la nostra fede. Non accoglierli, soprattutto chiudendo loro il cuore, è non credere in Dio. È Gesù a venire da noi su un barcone, è lui nell’uomo o nel bambino che muore annegato, è Gesù che rovista nei cassonetti per trovare un po’ di cibo. Sì, è lo stesso Gesù che è presente nell’Eucaristia. Un migrante alla fine del suo lungo viaggio, dopo aver subito violenze e visto sabbia, lacrime, paura, cadaveri … esclamò nel mattino in cui fu salvato: “Nulla è più bello al mondo del sorgere del sole”. Parole decisive in un momento storico dove l’Italia e gli italiani hanno imboccato la strada della chiusura all’accoglienza: Lasciamoci scuotere la coscienza dal fatto che tanti bambini, uomini, donne, perdano la vita in mare. “Fu un immigrato, il centurione romano, a riconoscere nel crocifisso il Figlio di Dio. Un detto ebraico dice: chi salva un solo uomo, salva il mondo intero.”