Il caso di Roberta Ragusa resta centrale nella cronaca nera nostrana, in vista del possibile rinvio a giudizio a carico di Antonio Logli e che potrebbe verificarsi il prossimo 18 novembre, in occasione dell’udienza preliminare-bis al cospetto del nuovo gip Elsa Iadaresta. Il giallo sulla donna scomparsa da Gello di San Giuliano Terme quasi cinque anni fa ha trovato spazio questa mattina nel corso della nuova puntata di Mattino 5, la trasmissione dell’ammiraglia Mediaset. Il programma ha confermato l’indiscrezione degli ultimi giorni: durante l’udienza Logli potrebbe chiedere il rito abbreviato nel caso in cui dovesse essere rinviato a giudizio. Quali sarebbero, in tal senso, le motivazioni che giustificherebbero questa richiesta? Rifiutando il rito ordinario il marito di Roberta Ragusa eviterebbe innanzitutto l’acquisizione di elementi indiziari a suo carico da parte della procura. Eviterebbe inoltre la giuria popolare ed in caso di condanna potrebbe godere di uno sconto di un terzo della pena. Le vere intenzioni dell’uomo, sempre più vicino al processo, le conosceremo solo nei prossimi giorni.
Il prossimo venerdì, Antonio Logli, marito di Roberta Ragusa, comparirà per la seconda volta davanti ad un nuovo gip, Elsa Iadaresta, in occasione dell’udienza preliminare-bis. In vista di un eventuale processo a carico dell’uomo, come riporta il sito Urban Post ricopriranno enorme importanza i testimoni, già sentiti nella precedente inchiesta ma che potrebbero essere nuovamente interpellati. Tra questi figura anche il signor Campisi, di recente intervistato dalla trasmissione Pomeriggio 5 alla quale ha ribadito quanto già detto in passato agli inquirenti. “Quella notte ho sentito un urlo, ho visto una donna in vestaglia uscire dal cancellino di casa Logli, ha attirato la mia attenzione perché era tardi, lei a piedi, da sola”, ha asserito il testimone, il quale ovviamente non può dire con certezza assoluta se quella donna rappresentava realmente Roberta Ragusa, né ricorda con precisione se era la notte del 13 gennaio del 2012, ovvero il giorno in cui l’imprenditrice di Gello fece perdere le sue tracce per sempre. “C’era tanta nebbia, era buio, è stato un attimo, pochi secondi, l’ho sempre detto anche agli inquirenti: non posso dire con certezza che fosse Roberta Ragusa”, ha ribadito anche ai microfoni della trasmissione di Canale 5. Eppure, la circostanza fu così sospetta da far sollevare molti dubbi: si trattava davvero della mogie di Antonio Logli? Era lei che, secondo i ricordi del testimone, emise un urlo?
La nuova settimana in partenza si prospetta decisiva in merito al giallo di Roberta Ragusa, la donna misteriosamente scomparsa da Gello di San Giuliano Terme nella notte del 13 gennaio 2012. Il marito Antonio Logli si prepara ad affrontare l’udienza preliminare-bis, nel corso della quale il giudice Elsa Iadaresta si pronuncerà ufficialmente sul suo rinvio a giudizio. Intanto, è ancora una volta il giornalista Fabrizio Peronaci tramite il gruppo Facebook da lui creato e dedicato al “Giornalismo Investigativo” a tenere alta l’attenzione sul caso di Roberta Ragusa. Da mesi, infatti, il giornalista del Corriere della Sera è tornato ad occuparsi con una certa costanza del giallo dell’imprenditrice scomparsa dalla provincia di Pisa analizzando ed approfondendo possibili piste alternative e fornendo indiscrezioni interessanti.
L’ultima potrebbe essere quella decisiva e riguarda una dichiarazione importante fornita nelle passate ore dall’informatore dell’Arma, Luigi Murò. Grazie ai suoi interventi, come ricorda Peronaci, il giallo di Roberta Ragusa potrebbe essere finalmente giunto ad una svolta se non addirittura alla sua soluzione. Le ultime novità riguardano la ricerca dei resti della povera donna misteriosamente scomparsa. La tesi dell’allontanamento volontario, infatti, sembra ormai un lontano ricordo. Ma se la strada dell’omicidio ha preso sempre più piede nell’intricata inchiesta, allora dove sarebbe il suo corpo? Sarà mai possibile trovare i suoi resti i quali potrebbero finalmente fornire una soluzione al giallo?
Nei lunghi cinque anni inchiesta, non sono mancate piste e ipotesi su dove potessero essere i resti di Roberta Ragusa, spesso però rivelatesi vane, come ad esempio le ricerche effettuate in un lago nella provincia di Pisa che si conclusero con il rinvenimento di una testa femminile che però nulla aveva a che vedere con il caso di Gello. La svolta in tal senso è giunta lo scorso aprile e secondo il giornalista sarebbe quella giusta. Il riferimento è alla supertestimone considerata attendibile, la quale ha aperto un nuovo inquietante scenario, rivelando: “Roberta è stata sepolta, perlomeno per un periodo, nel boschetto a poche decine di metri dalla stazione ferroviaria di San Giuliano Terme. Sono stata sul posto, io so con precisione dove”.
Al momento del sopralluogo nel boschetto da parte della superteste era presente Luigi Murò, il cui contributo si è rivelato fondamentale nel giallo di Roberta Ragusa. È in quel luogo esatto rivelato dalla supertestimone che risiederebbero i resti della donna, oppure in altro luogo poco distante dall’abitazione di Antonio Logli? Il fatto che quest’ultimo, secondo le recenti indiscrezioni, sia pronto a procedere secondo il rito abbreviato farebbe pensare che il ritrovamento del corpo o dei resti della moglie sia stato effettuato. In merito il silenzio è stato rotto proprio da Murò, che in un commento sul gruppo “Giornalismo Investigativo by Fabrizio Peronaci” ha commentato: “Abbiate pazienza che verranno fuori anche i resti della povera Roberta”.