Il caso infinito della morte di Yara Gambirasio. Si prosegue con l’altrettanto infinita esame del dna, da mesi ormai la tecnica di indagine preferita da chi segue il caso della morte della ragazzina di Brembate. Migliaia infatti sono stati gli esami del dna eseguiti in questi mesi di indagini, esami che però non hanno portato a nulla di concreto. Adesso un nuovo tentativo: si va alla ricerca del possibile assassino o quantomeno di un parente stretto tra i ragazzi del paese di Giorno nell’alta bergamasca. Perché? Perché tra i tanti dna esaminati ce ne sarebbe anche uno che porta dalla discoteca che si trova vicino al campo dove venne ritrovato il cadavere di Yara quassù, a Gorno. La discoteca ovviamente frequentata da tanti giovani della bergamasca, e quindi anche di Gorno. Tracce di dna che si sono trovate sugli slip della ragazzina. I giovani del paese si sono dovuti dunque recare a Bergamo a farsi esaminare il dna. Non solo i giovani però: praticamente tutti i 1600 abitanti del paese si sono dovuti sottoporre all’esame del dna, come dice uno di loro basta suonare al campanello di una casa e si troverà qualcuno che ha fatto gli esami. Anche un anziano di 90 anni si è dovuto sottoporre al test. Sta di fatto che un giovane che frequenta la discoteca di Chignolo d’Isola avrebbe un profilo del dna simile a quello del dna trovato sul corpo di Yara. Anzi, per gli inquirenti sarebbero due i giovani sospetti. Due ventenni convocati in questura per confrontare il loro dna con quello trovato sugli slip di Yara. Quel dna avrebbe interessanti analogie con quello di uno dei due giovani. Al momento comunque nessuna novità. In passato c’è chi si è lamentato del metodo di indagine seguito dalle autorità preposte: per tutti queste migliaia di esami del dna sarebbero infatti stati spesi milioni di euro senza ricavare nulla. Addirittura alcuni politici avevano organizzato una raccolta di firme per togliere la guida delle indagini al magistrato che le ha in carica. Indagini che invece secondo molti dovevano essere condotte in modo diverso, ad esempio indagando sui tanti lavoratori stranieri che erano in servizio ai tempi del rapimento di Yara nel cantiere che oggi non esiste più.
Quasi tutti quei lavoratori sono infatti ornati ai loro paesi di origine e su di loro non è stato fatto nessun test del dna e neanche un interrogatorio. Se l’assassino è fra loro, non si potrà mai più mettere le mani su di lui.