Listeria nella porchetta d’Ariccia, nuovi aggiornamenti sul pericolo legato al batterio Listeria Monocytogenes riscontrato nel prodotto alimentare: come riporta il Corriere della Sera, il Ministero della Salute ha ordinato il ritiro di un lotto Igp a marchio Fa.Lu.Cioli della Fa.Lu.Cioli Srl con sede ad Ariccia, provincia di Roma. Il noto cibo, che nel 2011 a livello europeo ha ottenuto il riconoscimento IGP (indicazione geografica protetta), è un profotto a base di carne suina cotta, tipica del comune di Ariccia. Una tradizione millenaria legata a questo prodotto, addirittura risalente alla popolazione dei latini e precedente la conquista romana. Nel 1950 è stata allestita la prima “Sagra della Porchetta di Ariccia”, allo scopo di celebrare il prodotto: da 67 anni, annualmente, si svolge ad Ariccia questa manifestazione dove viene offerta la porchetta su banchi addobbati a festa da venditori vestiti con gli abiti tradizionali ariccini. Ma negli ultimi giorni è nato l’allarme sul prodotto sottovuoto a marchio Fa.Lu.Cioli…
LISTERIA, I SINTOMI DELL’INFEZIONE
Come riporta il Corriere della Sera, il Ministero della Salute ha disposto il ritiro del prodotto alimentare contaminato dal batterio Listeria monocytogenes. Il lotto interessato dal richiamo, come si evince dall’avviso di richiamo pubblicato sul sito del Ministero, è il numero 021017: confezione sottovuoto da 150 grammi con scadenza 31 dicembre 2017. Una situazione pericolosa, con il batterio incriminato particolarmente patogeno: l’indicazione è quella di non consumare il prodotto, con i clienti che potrebbero riportare la confezione al punto vendita e ricevere il rimborso. L’infenzione da Listeria si presenta con sintomi a carico del sistema gastrointestinale, una malattia che può svilupparsi anche con bassi livelli di carica batterica: le forme cliniche possono essere diverse, gastroenterite acuta febbrile o invasiva o ancora sistemica. Il trattamento dell’infezione avviene attraverso una terapia antibiotica, che riguarda sia gliadulti che i bambini. Particolarmente pericolosa per le donne in gravidanza, con l’infenzione che potrebbe comportare serie conseguenze sul feto (morte fetale e aborto).