L’11 marzo la Chiesa festeggia e commemora San Costantino, Re della Cornovaglia. Un sovrano che, dopo aver percorso la prima parte della propria esistenza tra azioni scellerate pensando solo a soddisfare il proprio ego e la propria instanziabile voglia di potere, si è convertito ai principi del cristianesimo mettendosi in evidenzia per le proprie virtù fino a diventare un vero e proprio martire. Nonostante fosse un potente uomo di nobili origini, sulla sua esistenza non si hanno notizie certe su ogni fase della sua vita. La sua nascita viene indicata intorno al 520, dovrebbe essere originario della Damonia che all’epoca veniva intesa una zona geografica che si estendeva nella parte sud- occidentale della Gran Bretagna. Tutti i racconti che parlano della sua vita riferiscono di una sorta di cucciolo tirannico anche perché, in ragione della prematura morte del proprio padre Cado, prese le redini del potere del proprio regno quando aveva soltanto diciassette. Evidentemente il fatto di essere piuttosto giovane e poco incline al sacrificio non gli consentì di essere retto nel Governo e soprattutto nella sua vita privata.
Lo scrittore che ne racconta alcuni episodi della vita terrena, evidenzia come Costantino arrivò a ripudiare la propria moglie allo scopo di poter commettere adulteri e tradimenti del tutto indisturbato. La sua condotta fu giudicata scellerata anche per quanto concerne gli affari di Stato, in quanto spesso e volentieri si mostrò di scarsi principi. Infatti, si dice che dopo aver stretto un patto con alcuni suoi nemici dell’epoca, insieme ad alcuni suoi soldati si travestì da monaco allo scopo di poter accedere in maniera indisturbata in un convento e uccidere tutti quelli che avevano richiesto aiuti in quel luogo consacrato. Insomma, Costantino era un uomo non certamente esemplare e che poco aveva in comune con in principi della Chiesa, eppure riuscì a essere toccato dalla Grazia del Signore allorché incontrò nel corso delle propria vita San Petorc.
Costui era a suo volta un uomo di nobili e potenti origini che leggendo il Vangelo e potendo essere a contatto con diversi religiosi dell’epoca dedicò la propria vita all’evangelizzazione e quindi alla diffusione della parola di Dio nel mondo. Seppur di questa situazione non si hanno certezze storiche, il fatto è che Costantino una volta convertitosi abdicò lasciando la guida del proprio regno al figlio Bledric. Da questo momento in poi si spogliò di tutti i suoi averi consacrando la propria esistenza al Signore, in primis per espiare tutti i peccati di cui si era macchiato in precedenza. Iniziò così una vita completamente differente che lo vide studiare in maniera approfondita le sacre scritture oltre che dedicarsi alla pratica dell’ascetismo per poter avvicinare la propria anima quanto più possibile a Gesù Cristo.
Oltre a ciò incominciò a prodigarsi per la costruzione di numerose chiese sul territorio inglese e per questo fu ordinato secondo l’ordine presbiterale. Inoltre, incominciò a sentire in maniera impellente la necessità di poter pregare in piena solitudine e per questo divenne nei pressi di Cardiff un eremita. Contemporaneamente contribuì e non poco a diffondere la parola di Dio in Scozia e per questo fu definito l’apostolo della Scozia. Questo suo grande contributo gli costò la vita giacché alcuni pagani nei pressi di Kintyre nell’odierna Scozia, il 9 maggio 576, lo uccisero in maniera molto violenta facendolo diventare un martire. Le sue spoglie riposano nella chiesa a lui dedicata a Govon.