Mentre si attende per domani mattina la possibile svolta nel caso Roberta Ragusa, il destino di Antonio Logli si avvicina alla decisione: il marito della donna scomparsa, unico indagato, verrà annullato il proscioglimento dello scorso marzo 2015 e ricomincerò l’intero iter del processo? Ieri sera a Chi l’ha visto ha parlato uno del legali della famiglia Ragusa, l’avvocato Gallinaro e ha espresso queste brevi e semplici parole. «La Cassazione o annullerà la sentenza o rigetterà il ricorso. È una sentenza stabile ma non irrevocabile, sarà una decisione che valuterà i poteri del gup». L’attesa è tanta e se si riaprisse tutto il caso sarebbe davvero qualcosa di clamoroso anche a livello legale e di giurisprudenza, dopo una sentenza di proscioglimento. Di sicuro, l’intero caso è stato condotto in maniera molto strana, visto che il corpo non si trova e sembra quasi che non sembra più dato come possibile un suo ritrovamento.
Sono ore di grande attesa per la famiglia di Roberta Ragusa, queste, poiché si sta decidendo se Antonio Logli, marito della donna misteriosamente scomparsa, sarà definitivamente prosciolto o se andrà a processo rischiando l’ergastolo. Il caso si trova nuovamente ad un bivio e proprio questo pomeriggio è stato – seppur brevemente – affrontato dalla trasmissione condotta da Barbara d’Urso, Pomeriggio 5. In collegamento con le due cugine di Roberta Ragusa, proprio di fronte alla Corte di Cassazione, in diretta tv una delle due donne ha annunciato che quasi sicuramente la risposta definitiva sul destino di Logli e dell’intero giallo giungerà solo domani mattina, tra le ore 9:00 e le 9:30. La seconda cugina ha commentato l’attesa asserendo: “Speriamo che venga fuori la verità e che soprattutto si possa arrivare ad avere giustizia; liquidare la scomparsa di 4 anni con un fatto che non sussiste sembra un po’ irrispettoso”.
Dopo la richiesta in Cassazione contro la sentenza di un anno fa relativa ad Antonio Logli, marito di Roberta Ragusa e giudicato non processabile per la scomparsa della donna, avvenuta nella notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012, c’è grande attesa in merito alla decisione dei giudici. Nel caso in cui la richiesta di annullamento del proscioglimento dell’uomo verrà accettata, infatti, il caso relativo alla misteriosa scomparsa della donna potrebbe essere riaperto nuovamente. Alla vigilia dell’attesa pronuncia della Cassazione, si è espresso sul caso di cronaca e sul destino dei suoi protagonisti il professor Gianfranco Marullo, criminologo e docente alla Sapienza di Roma, il quale ha risposto ad alcune interessanti domande per il quotidiano “Il Tirreno”. L’idea che si è fatta, alla luce della sua ampia esperienza, è la seguente: “In questi casi forse conviene far calmare le acque e continuare a seguire i sospetti che, sicuri di averla fatta franca, possono ad un certo punto finire per tradirsi. Per cui, pur nell’ipotesi di un proscioglimento, si può continuare a indagare”. Se, dunque, Logli sarà prosciolto anche da parte della Prima sezione penale della Suprema Corte, secondo le parole del criminologo potrebbero comunque proseguire le indagini sul giallo di Roberta Ragusa.
Ennesima svolta nel caso di Roberta Ragusa, la donna scomparsa dalla sua abitazione familiare di San Giuliano Terme (Pisa) il 13 gennaio 2012: oggi il sostituto procuratore generale della Cassazione, Oscar Cedrangolo, ha chiesto ai giudici di annullare il proscioglimento di Antonio Logli, il marito della donna unico indagato per la scomparsa e morte della moglie, ormai 4 anni fa. Il proscioglimento era arrivato lo scorso 6 marzo 2015, nell’ambito dell’inchiesta sulla scomparsa di Roberta Ragusa; ma ora contro questa decisione si è schierata la Cassazione, dopo la richiesta alla Suprema Corte della Procura di Pisa e della Procura Generale di Firenze. A questo punto la sentenza sui ricorsi contro l’ex marito della donna è prevista per oggi pomeriggio, massimo domani mattina: la Prima sezione penale della Suprema Corte deve decidere, dopo le richiesta del sostituto procuratore Cedrangolo, cosa fare in merito. Il ricorso si è basato su quattro pilastri che, nelle intenzioni dell’accusa, dovrebbero smontare il proscioglimento per Logli, specie la conclusione per cui, non essendo mai stato trovato il corpo di Roberta, si è concluso che debba considerarsi viva.