Nella battaglia a distanza tra Eugenio Scalfari e Vittorio Feltri si inserisce Alessandro Sallusti. Il caso è scoppiato a causa delle pesanti accuse rivolte al fondatore del quotidiano la Repubblica, che il direttore editoriale di Libero ha rimproverato per aver firmato in passato un manifesto che ha acceso gli animi dei malintenzionati di Lotta Continua, i quali hanno poi ucciso il commissario di polizia Luigi Calabresi. «Si tratta di puro teppismo giornalistico che non merita né querele per diffamazione né calunnie; forse ci sarebbero gli estremi ma è tempo perso per la magistratura e per l’offeso di rivalersi contro questo ciarpame», ha scritto Eugenio Scalfari su Repubblica.
Da qui la replica di Alessandro Sallusti per “Il Giornale”: «Per Scalfari il “ciarpame” siamo noi, che Calabresi lo avremmo difeso fisicamente se ne avessimo solo avuto la possibilità, non lui e i suoi amici killer. È incredibile come in questo Paese ci sia gente in galera per “concorso esterno in associazione mafiosa” e quelli che fecero “concorso esterno in associazione terroristica” l’abbiano sfangata e ancora oggi si permettano di pontificare e giudicare».
Critiche a Eugenio Scalfari sono arrivate anche da Adriano Scianca, firma de La Verità, il quale lo ha accusato di aver ricostruito la vicenda relativa all’omicidio di Luigi Calabresi e il contesto da Wikipedia. Il suo editoriale su la Repubblica viene quindi definito «un bislacco tentativo finale di sfilarsi dall’accusa di corresponsabilità morale, mossa da più parti nei confronti di tutti i 757 intellettuali, giornalisti e politici che sottoscrissero l’appello dell’Espresso sui “commissari torturatori”, i “magistrati persecutori” e i “giudici indegni”». L’assassinio del commissario Luigi Calabresi aprì, infatti, il capitolo delle “esecuzioni” decise ed eseguite dai gruppi armati dell’estrema sinistra.