Un ragazzo di 20 anni è morto nel 2013 a causa di una buca sul manto stradale e ora cinque persone, tra dirigenti del Comune di Roma all’epoca dei fatti e imprenditori, rischiano di finire sotto processo con l’accusa di omicidio colposo. Il giovane sbandò con il motorino per una buca andando a sbattere contro una colonna di marmo. Come riportato da Il Messaggero, il pm Francesca Passaniti ha notificato l’atto di chiusura delle indagini agli indagati. Si tratta di Maurizio Viola, allora dirigente dello Sviluppo Infrastrutture e manutenzione Urbana del Campidoglio, e i dipendenti dello stesso dipartimento, Stefano Serafini e Savino Senisi. Questa procedura precede solitamente la richiesta di rinvio a giudizio. Potrebbero finire sotto processo anche Giuseppe Mapei, l’allora presidente del Consorzio Stabile Roma Scarl che gestiva la manutenzione del manto stradale, e l’ingegner Carlo Giorgi, direttore tecnico del cantiere.
ROMA, MORÌ PER UNA BUCA: 5 RISCHIANO PROCESSO
Il 20enne morto nell’incidente del 2013 è Matteo Giovannetti. Nel gennaio di sei anni fa, alle tre di notte, stava percorrendo via Cristoforo Colombo in sella al suo motorino. Il giovane, quando arrivò all’altezza dello svincolo di via della Magliana, in direzione dell’Eur, perse il controllo del mezzo andando a sbattere con la testa contro il marmo, posto all’interno dello spartitraffico centrale, procurandosi ferite mortali e fatali. Ora potrebbe partire il processo per omicidio colposo. Per la pm i dirigenti comunali avrebbero violato «i doveri di controllo e direzione dell’appalto». Nel mirino è finito anche l’ingegner Carlo Giorgi, accusato di avere assunto «formalmente l’incarico di responsabile della sorveglianza», ma di avere poi delegato la mansione a Pietro Tonanzi (ora deceduto), «soggetto senza requisiti e competenze tecniche che non aveva la qualifica di geometra o ingegnere come richiesto».