In occasione del quarto anniversario dal rapimento di padre Paolo Dall’Oglio in Siria, sono tante le manifestazioni di stima ricevute dal gesuita che ha messo a repentaglio la sua stessa vita per cercare un dialogo tra il mondo cristiano e i terroristi in una città difficile come Raqqa. Uno dei contributi di maggior rilievo è quello fornito da Riccardo Cristiano, vaticanista e grande conoscitore del religioso, che a maggio ha pubblicato l’opera a lui dedicata:”Paolo Dall’Oglio. La profezia messa a tacere”. In tal senso la prefazione firmata da padre Riccardo Lombardi è descrittiva del personaggio e della sua opera. Secondo l’ex portavoce della Santa Sede, Dall’Oglio “aveva capito la complessità e le cause della tragedia, ne aveva letto i segni, aveva identificato le forze in gioco, aveva fatto appello senza possibilità di equivoci alle responsabilità degli attori del dramma”. Lombardi aggiunge che “Paolo aveva aveva deciso di mettersi in gioco fino in fondo in prima persona in piena solidarietà con il suo popolo siriano, del tutto consapevole delle difficoltà e dei rischi”.(agg. di Dario D’Angelo)
PADRE DALL’OGLIO, 4 ANNI DAL RAPIMENTO IN SIRIA
LE PAROLE DI MATTARELLA E GENTILONI
A quattro anni dal rapimento di padre Paolo Dall’Oglio in Siria, il capo dello Stato Sergio Mattarella ha rinnovato il ricordo del gesuita scomparso a Raqqa. Il presidente della Repubblica ha affidato il suo auspicio a una nota, esprimendo «vicinanza e solidarietà ai suoi familiari, così provati da una lunga e dolorosa attesa». Anche il premier Paolo Gentiloni ha ricordato il religioso, mantenendo viva la speranza di ritrovarlo e riportarlo ai suoi familiari. «Quattro anni dopo un pensiero a padre Paolo Dall’Oglio scomparso a Raqqa e alla sua famiglia. Continuiamo a lavorare e a sperare», ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio. Non ci sono notizie su Paolo Dall’Oglio da quando fu rapito: solo voci e indiscrezioni, peraltro mai confermate. Non ci sono dunque certezze sugli autori del rapimento avvenuto il 29 luglio del 2013 né sulle condizioni del religioso. (agg. di Silvana Palazzo)
CHI È IL GESUITA SPARITO IL 29 LUGLIO 2013
Il 29 luglio cade l’anniversario, il quarto, del rapimento di Padre Paolo Dall’Oglio, il gesuita sequestrato in Siria il 29 luglio del 2013 a Raqqa, considerata formalmente la capitale del sedicente stato islamico. Padre Dall’Oglio era da anni attivo nel campo umanitario e della tolleranza religiosa, e aveva fondato la comunità monastica di Mar Musa. Nel giorno della sua scomparsa, Padre Dall’Oglio aveva partecipato a Raqqa a un raduno di studenti, ma poi si era recato direttamente nel quartier generale dell’Isis in città. Da lì non era più uscito, o meglio, da quel momento non sono più arrivate notizie sul suo conto. Probabilmente Padre Dall’Oglio si era coraggiosamente recato a parlare con i vertici dello Stato Islamico per parlare di come i cristiani avrebbero voluto improntare un dialogo basato sulla tolleranza e la reciproca comprensione, ma non ha trovato risposta, almeno da quello che si sa ufficialmente, Ma a quattro anni di distanza, la famiglia non rinuncia alla speranza di rivederlo vivo.
LA SPERANZA DELLA FAMIGLIA
Nonostante i molteplici pericoli, Padre Dall’Oglio aveva combattuto con testardaggine per cercare di portare il dialogo interreligioso in Siria. Per la sua attività il gesuita era stato anche espulso da Damasco nel 2012 dal regime di Assad: la motivazione era che la Siria non gradiva interferenze e opinioni inerenti la situazione politica. Padre Dall’Oglio era riuscito però a tornare in Siria l’anno successivo ed aveva puntato dritto alla città dove la terribile rivoluzione dell’Isis aveva attecchito in maniera maggiormente profonda. Come spiegato dal fratello del gesuita in un’intervista, la creazione di Mar Musa per Padre Dall’Oglio era stata la realizzazione di un sogno, che aveva portato il prete a dimostrare come anche in uno stato dalla forte matrice Islamica si potesse vivere secondo gli insegnamenti di Gesù Cristo, nella piena coerenza degli insegnamenti della Bibbia, per costruire un mondo più giusto all’insegna della tolleranza religiosa.
IN CERCA DI TESTIMONIANZE A RAQQA
In questi giorni però la città di Raqqa sta vivendo sotto i bombardamenti, in una tesissima battaglia per la liberazione della città dalle forze dello Stato Islamico. Questo potrebbe voler dire però una dissoluzione del blocco dell’Isis in città, che potrebbe squarciare il muro di omertà che ormai da quattro anni si è innalzato intorno alla vera sorte di Padre Dall’Oglio. La fuga dell’Isis dalla città e l’emergere di alcuni testimoni potrebbe portare alla conoscenza di notizie fondamentali per comprendere se c’è ancora speranza per ritrovare Padre Dall’Oglio vivo nelle pieghe della città di Raqqa. Il caso della candidata Ingrid Betancourt, che in Colombia fu rapita per sei anni per metterla fuori gioco nelle elezioni presidenziali colombiane ma che poi venne ritrovata viva, rappresenta senz’altro un precedente al quale tutta la famiglia del gesuita si aggrappa con grande speranza, anche perché le comunicazioni con Raqqa in questi anni sono state praticamente impossibili e questo potrebbe rendere possibile che Padre Dall’Oglio sia ancora in vita.
L’INTUIZIONE DEL GESUITA
L’anniversario del quarto anno dal rapimento di Padre Dall’Oglio ha perlomeno contribuito a riportare su tutti i mass media la storia del gesuita, che era stata un po’ dimenticata tra le mille sfaccettature della Guerra in Siria, ricca di atrocità ma in cui la storia del religioso italiano spicca per coraggio e per la capacità di mettere a repentaglio la propria vita a fronte di valori e insegnamenti che dall’avvento di Gesù Cristo sono stati tramandati dall’uomo per oltre duemila anni. Padre Dall’Oglio era riuscito forse prima di tutti ad intuire come la Siria si stesse dirigendo verso una tragedia umana di immani proporzioni, con il fondamentalismo dell’Isis a fare da detonatore a tensioni covate da anni, ed il regime di Assad incapace di fornire risposte e comprendere quanto dilagante fosse l’avanzata dello Stato Islamico. Se Raqqa cadrà, si spera che qualcuno sappia dare risposte alla famiglia e all’Italia su quello che è stato il destino di Padre Paolo Dall’Oglio.